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I PRIMATI DEL BELPAESE

Italia leader per sostenibilità in agricoltura, ai vertici per “green economy” ed economia circolare

Curiosità e spunti da “2019: l’Italia in 10 selfie. Un’economia a misura d’uomo per affrontare il futuro” di Fondazione Symbola

L’Italia, nonostante tante difficoltà economiche, politiche e carenze strutturali, è un Paese che può vantare tanti primati. Tra questi, quello invidiabile, di essere il Paese più sostenibile in agricoltura, come sottolinea la Fondazione Symbola per le Qualità Italiane, guidata da Ermete Realacci, che ha fotografato le eccellenze tricolore, nella pubblicazione “2019: l’Italia in 10 selfie. Un’economia a misura d’uomo per affrontare il futuro”. Da cui emerge che con 569 tonnellate per ogni milione di euro prodotto, l’agricoltura italiana emette il 46% di gas serra in meno della media UE-28, e fa decisamente meglio di Spagna (+25% rispetto al nostro Paese), Francia (+91%), Germania (+118%) e Regno Unito (+161%). Ancora, l’Italia ha il minor numero di prodotti agroalimentari con residui di pesticidi (0,48%), inferiore di sette volte rispetto ai prodotti francesi e di quasi 4 volte di quelli spagnoli e tedeschi. Con 64.210 produttori biologici, sottolinea ancora Symbola, il nostro Paese è campione del settore, seguito da Spagna (36.207) e Francia (32.264). Ed è sesto al mondo per ampiezza delle superfici a biologico (1,8 milioni di ettari). Anche per questi primati il valore aggiunto per ettaro in Italia è più del doppio della media Ue28, il triplo di Germania e Regno Unito, il 58% in più rispetto alla Spagna e il 153% della Francia. Risultati che si devono anche ai giovani: sono 55.331 le imprese agricole condotte da under 35, dato che pone l’Italia al vertice in Europa. E rispetto alla media, le aziende agricole dei giovani hanno fatturati più elevati (+75%) e più occupati (+50%).
Un primato “green”, insomma, che fa dell’Italia un Paese all’avanguardia nel mondo, in questo senso, ma che non e l’unico.
Il Belpaese, per esempio, è uno dei cinque Paesi al mondo ad avere un surplus manifatturiero superiore ai 100 miliardi di dollari. 106, per la precisione, dietro soltanto a Cina (973), Germania (376), Corea del Sud (213) e Giappone (207).
Un Paese, il nostro, ancora, che alla filiera della cultura, della bellezza e della creatività, deve 92 miliardi di euro, il 6,1 % della ricchezza prodotta nel Paese nel 2017. Questi oltre 90 miliardi ne mettono in moto altri 163 nel resto dell’economia: 1,8 euro per ogni euro prodotto dalla cultura. Si arriva così a 255,5 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale (il 16,6% del Pil), col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano, anche grazie alle tante eccellenze del wine & food che costellano le migliaia di borghi italiani.
Spina dorsale di un’Italia che investe da anni, con convinzione, nella “Green Economy”. Sono 345.000 le imprese italiane (il 24,9%% dell’imprenditoria extra-agricola, nella manifattura addirittura il 30,7%), spiega Symbola che negli ultimi 5 anni hanno scommesso sulla Green Economy.
Solo quest’anno 207.000 aziende hanno investito sulla sostenibilità e l’efficienza. Con vantaggi competitivi in termini di export (il 34% delle imprese manifatturiere eco-investitrici esporta stabilmente, contro il 27% delle altre) e di innovazione (il 79% ha sviluppato attività di innovazione, contro il 43%). La green economy fa bene anche all’occupazione. Alla nostra green economy si devono già 2,9 milioni di green jobs, ossia occupati che applicano competenze “verdi”: il 13% dell’occupazione complessiva nazionale. Nel 2018 c’è stata una domanda di green jobs pari a 473.600 contratti attivati, il 10,4% del totale delle figure professionali richieste.
Ma siamo anche una superpotenza nell’economia circolare: con 307 tonnellate di materia prima per ogni milione di euro prodotto siamo secondi tra i gradi Paesi Ue per uso efficiente di materia, dietro il Regno Unito (236 tonnellate, economia trainata però dalla finanza) ma davanti a Francia (326), Spagna (360) e Germania (408). L’Italia è leader europeo per dematerializzazione dell’economia: per ogni kg di risorsa consumata genera 4 euro di Pil, contro una media Ue di 2,24 euro e un dato della Germania di 2,3 euro. L’Italia con il 76,9% è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, più del doppio della media Ue (36%) e meglio di Francia (53,6%), Regno Unito (43,6%), Germania (42,7%), Spagna (36,1%). Con il 18,5% di materia seconda sui consumi totali di materia l’Italia è leader tra i grandi Paesi europei per tasso di circolarità dell’economia. Una sostituzione di materia che comporta un risparmio pari a 21 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 58 milioni di tonnellate di Co2.
Tutti risultati eccellenze che toccano, a vario titolo, anche il mondo dell’agricoltura e della produzione di cibo e di vino, che si assommano ad altri “selfie virtuosi”.
Con quasi 10 miliardi di surplus l’industria italiana del Legno Arredo è seconda nella graduatoria internazionale per saldo della bilancia commerciale, preceduta solamente dalla Cina (85,3 miliardi).
Nell’industria della moda l’Italia ha reagito meglio degli altri Paesi Europei alla crisi degli anni recenti, rafforzando la sua posizione di leadership internazionale. Siamo infatti il secondo Paese al mondo per quote di mercato (6,5% complessivamente e il 10% nelle calzature, l’11% nella pelle, il 12% negli accessori), dopo la Cina (40,4%). Ma l’Italia è anche il primo Paese produttore di farmaci dell’Unione europea. Con 31,2 miliardi di valore della produzione, nonché il primo esportatore europeo di biciclette: ne vendiamo all’estero 1.758.768 (2017), più di Portogallo (1.730.457), Olanda (1.621.774).
Ma il Belpaese si scopre anche primo produttore mondiale di make up, con quasi il 55% del mercato mondiale prodotto da imprese italiane. Nel mercato europeo i cosmetici realizzati in Italia valgono il 67% del mercato. Nel 2018 l’export italiano è cresciuto dell’8%, e il surplus commerciale vale 2,6 miliardi di euro. Siamo primi anche nelle sfide ambientali: elimineremo le microplastiche dai cosmetici dal primo gennaio 2020.
“L’Italia dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità, con le sfide che il futuro ci pone. Sfide epocali come la risposta ai cambiamenti climatici e la sostenibilità dello sviluppo possono avere dal nostro Paese un contributo importante, fatto di un modo di produrre attento alla qualità, all’ambiente, alle relazioni umane - commenta Ermete Realacci - e di un modo di vivere e consumare più orientato all’uso sostenibile delle risorse. Un cammino verso la green economy e l’economia circolare che nel nostro Paese è già iniziato, e va a braccetto col modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, mercati globali e legami coi territori e le comunità, flessibilità produttiva e competitività.E proprio la competitività è l’altro lato della medaglia di quest’economia che ha trovato nella qualità e nella sostenibilità la chiave per stare sui mercati. L’Italia in 10 Selfie racconta, col grandangolo, tutto questo: i primati del nostro Paese, spesso poco conosciuti o sottovalutati, e la spinta delle imprese verso la qualità e la sostenibilità che li alimenta. Un racconto che tocca tanti aspetti dell’economia nazionale (altri se ne potrebbero aggiungere) che vuole essere un promemoria e un’agenda: da qui dobbiamo partire per affrontare il futuro e le sfide inedite che ci pone, a cominciare appunto dai mutamenti climatici. Da qui dobbiamo partire anche per affrontare i mali antichi dell’Italia (il debito pubblico, certo, ma anche la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, la disoccupazione, le mafie e la corruzione, una burocrazia spesso soffocante, il Sud in ritardo): ce la possiamo fare solo mobilitando le nostre energie migliori e i nostri talenti. Quelli che Symbola censisce e racconta con le sue ricerche, realizzate insieme a molti compagni di viaggio che con noi condividono il punto di vista e la missione, con cui guardiamo senza illusioni al nostro Paese, ma anche senza pregiudizi, con curiosità ed empatia. Questa Italia coesa, innovativa, competitiva, green che raccontiamo, quest’Italia che fa l’Italia, ha tanto da dire all’Europa e al mondo. Quando immaginiamo il nostro futuro non possiamo permetterci di sottovalutarla o peggio di dimenticarcene. “La difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie”, ha scritto Keynes. L’Italia in 10 selfie è il nostro modo di contribuire a superare questa difficoltà”.

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