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ITALIANI SEMPRE PIÙ GRASSI. LO DICE IL BARILLA CENTER FOR FOOD & NUTRITION E LO RIBADISCE COLDIRETTI: I BAMBINI MANGIANO MALE ED ASSUMONO TROPPE PROTEINE, MA IN ETÀ ADULTA LA MUSICA NON CAMBIA. LA “SALVEZZA” NELLA RISCOPERTA DELLA DIETA MEDITERRANEA

“Se gli italiani con problemi di peso fondassero un partito vincerebbero le elezioni”: a dirlo, gli organizzatori dell’“Obesity Day”, la giornata di sensibilizzazione nazionale su sovrappeso e salute, di scena oggi nelle piazze italiane. 46 italiani su 100 hanno un pessimo rapporto con la bilancia, ed il problema si fa serio quando si parla di bambini: solo l’1% mangia in modo equilibrato. La soluzione? Tornare ai sani principi della Dieta Mediterranea, e rimpiazzare patatine fritte e merendine con pane, pasta, frutta e verdura.

“I nostri studi - spiega il Barilla Center Food & Nutrition - dimostrano come soltanto l’1% dei bambini nei Paesi sviluppati adotta abitudini alimentari in linea con la composizione settimanale ottimale della dieta, consumando porzioni e varietà di alimenti in accordo con quanto raccomandato dal modello della Piramide Nutrizionale”. Adottare abitudini alimentari sane e corrette fin dalla giovane età, alternando quotidianamente tutti i principali alimenti, riveste un’importanza fondamentale nella crescita in salute di un bambino. La composizione ottimale della dieta settimanale di un bambino dovrebbe prevedere un consumo di quotidiano di cereali (soprattutto integrali), frutta e verdura, latte e latticini; carne 2-3 volte alla settimana; pesce almeno 3 volte, legumi almeno 2 volte, formaggi 2 volte e uova 1-2 volte a settimana. Inoltre, l’apporto calorico quotidiano dovrebbe essere suddiviso su 5 pasti: la colazione dovrebbe contribuire per il 20%, la merenda a metà mattina per il 5%, il pranzo per il 35%, la merenda pomeridiana per il 10% e la cena per il 30%.

Del resto, la musica non cambia quando si arriva all’età adulta: gli italiani adulti in sovrappeso o obesi - dice Coldiretti - rappresentano quasi la metà della popolazione (46%) e il loro numero è aumentato del 10% negli ultimi 20 anni, anche per colpa di un preoccupante abbandono dei principi base della dieta mediterranea, con il consumo di frutta e verdura per famiglia che si è ridotto di 10 chili negli ultimi dieci anni: gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie italiane sono infatti passati da 450 chili a famiglia all’anno del 2000 ai 350 chili del 2010. Occorre invertire la tendenza promuovendo il consumo di frutta e verdura a casa, nelle scuole e nelle mense anche con l’aiuto dei nuovi distributori automatici snack che si stanno diffondendo e dove è possibile acquistare frutta fresca, disidratata o spremute senza aggiunte di zuccheri o grassi come alimento rompi-digiuno per una merenda sana alternativa al “cibo spazzatura”.

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