La pandemia ha fatto aumentare la sensibilità verso gli sprechi alimentari degli italiani, pronti ad utilizzare sia metodi tradizionali che innovativi (come le app) e ad abbassare le proprie pretese nel volere prodotti perfetti, convinti che anche le aziende, che hanno una grande responsabilità verso l’ecosistema ambientale e sociale, debbano fare la loro parte. A dirlo è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua dedicato all’agricoltura e alle abitudini d’acquisto, secondo la quale un italiano su tre si dice interessato ad app che permettono, ad esempio, di comprare a prezzi inferiori prodotti agroalimentari invenduti, o imperfetti o prossimi alla scadenza, e un ulteriore 22% ha già avuto esperienza di questi strumenti. Ma gli italiani cercano di limitare gli sprechi anche con metodi più tradizionali: il 62% dichiara di controllare sempre le scadenze dei prodotti agroalimentari, il 48% investe tempo per fare dettagliate liste della spesa così da comprare solo il necessario e oltre uno su quattro (29%) fa più volte la spesa in settimana per evitare di accumulare troppi prodotti in casa. Anche per la conservazione degli alimenti, gli italiani usano strategie semplici ma efficaci, come conservare e, quando possibile, congelare il cibo che non si consuma subito (34%). Una coscienza, questa, che abbraccia anche i prodotti “meno belli” a vedersi: ben il 47% non trova problemi nell’acquistare di norma prodotti dell’agricoltura con piccole imperfezioni, come frutta e verdura con ammaccature o dimensioni diverse da quelle tradizionali. Anzi: secondo uno su quattro (26%), i consumatori sono oggi troppo esigenti nel volere solo prodotti perfetti.
Ma l’attenzione alla sostenibilità è una richiesta che i consumatori fanno alle stesse aziende, tanto che ben uno su due (52%) tende a premiare nei suoi acquisti quelle che si mostrano più sensibili. Perché oggi le imprese, confermano gli italiani, hanno una grande responsabilità verso l’ecosistema ambientale e sociale. Ma in che modo possono fare la propria parte? Secondo il 42% potrebbero trovare canali di vendita dedicati per i prodotti imperfetti per ridurre gli sprechi e una quota simile (40%) pensa che i produttori debbano ottimizzare l’uso di risorse energetiche e idriche. Uno su tre (33%) vede nelle campagne di sensibilizzazione rivolte al grande pubblico l’attività più importante, mentre il 22% pensa a iniziative che coinvolgano produttori e associazioni a sostegno dei meno abbienti, coniugando così la lotta allo spreco all’aiuto dei più deboli.
“Gli italiani tradizionalmente hanno una grande cultura del cibo che, come mostrano i risultati del nostro Osservatorio, si combina con la crescente sensibilità verso la sostenibilità ambientale e sociale - commenta Michele Quaglia, direttore commerciale e brand Gruppo Reale Mutua - un binomio, quello tra qualità e sostenibilità, che rappresenta il presente e il futuro di un settore fondamentale per il nostro Paese come quello dell’agricoltura. Siamo da sempre vicini al comparto con le nostre soluzioni assicurative e affianchiamo le aziende anche nel gestire i nuovi rischi e le nuove sfide all’orizzonte. Lo sviluppo sostenibile è sicuramente una di queste e in quest’ottica rientra Agricoltura100, il progetto che conduciamo insieme a Confagricoltura per promuovere la cultura Esg, premiare le imprese agricole più innovative e sostenibili e valorizzare il ruolo dell’agricoltura nel rilancio del Paese dalla pandemia”.
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