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L’acqua in bottiglia non sente la crisi: nel 2013 consumo medio a quota 192 litri d’acqua minerale per abitante. Ma per Legambiente ed Altreconomia le Regioni applicano canoni troppo bassi alle aziende imbottigliatrici

Non Solo Vino
Italia al topo per consumo di acqua minerale

L’acqua in bottiglia non sente la crisi: i consumi, nel 2013, continuano a crescere, arrivando a 192 litri d’acqua minerale per abitante, pari a più di una bottiglietta da mezzo litro al giorno a testa, che nell’80% dei casi è di plastica. È il quadro che emerge da “Regioni imbottigliate”, l’indagine annuale di Legambiente e Altreconomia sui canoni di imbottigliamento dell’acqua minerale, in cui si conferma il primato europeo del nostro Paese, con 12,4 miliardi di litri imbottigliati per un giro d’affari da 2,3 miliardi di euro, in mano a 156 società e 296 diversi marchi.

Secondo il report quest’attività ha un grande impatto ambientale: vengono infatti utilizzate oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri, per un totale di più di 450.000 tonnellate di petrolio e l’emissione di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2. Nonostante questo genere di impatti, vengono garantiti elevatissimi profitti esclusivamente alle società che gestiscono questo business, agevolate da canoni a macchia di leopardo e sempre estremamente vantaggiosi. Tra le Regioni bocciate da Legambiente e Altreconomia per i canoni troppo bassi, ci sono Puglia, Molise, la provincia autonoma di Bolzano, Emilia-Romagna e Sardegna. Rimandate Basilicata, Campania e Toscana. Sono promosse soltanto Sicilia e Lazio, quando, attraverso la revisione dei canoni, le Regioni potrebbero ottenere 250 milioni di euro per le politiche di tutela e gestione della risorsa idrica. Il prezzo medio a cui l’acqua viene rivenduta ai consumatori è 0,26 euro al litro, mentre alle Regioni le aziende imbottigliatrici pagano, in media, 1 euro ogni 1.000 litri ...

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