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L’agricoltura in Italia continua a dare lavoro, soprattutto ai giovani: nel primo trimestre 2015 +12,5% tra gli under 35. Ma senza i 322.000 stranieri (su 1,2 milioni di occupati) non ci sarebbero tante eccellenze made in Italy. Così Coldiretti

L’agricoltura in Italia continua a dare lavoro, soprattutto ai giovani, visto che, nel primo trimestre 2015, sono aumentati del 12,5% gli under 35 occupati nel settore che, nel complesso, fa segnare un +6,2%, 10 volte superiore alla media dell’intera economia del Paese. Nondimeno, senza l’apporto fondamentale dei 322.000 immigrati regolari, ci sono distretti agricoli d’eccellenza che non ce la farebbero, dalle stalle del nord dove si munge il latte per il Parmigiano Reggiano alla raccolta delle mele della Val di Non, dal pomodoro del Meridione alle grandi uve del Piemonte. A dirlo uno studio di Coldiretti ad Expo.
“L’aumento dell’occupazione nelle campagne - sostiene la Coldiretti - è accompagnato nel trimestre dall’andamento positivo del valore aggiunto del settore che ha fatto registrare un aumento dello 0,2% sul 2014. Un trend positivo che è stato colto dalle nuove generazioni, con più di due giovani italiani su tre (68%) che “sognano” di lavorare d’estate in campagna, partecipando alla raccolta della frutta o alla vendemmia, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixè.
Per gli studenti lavorare nei campi significa, oltre che prendere contatto con il mondo del lavoro, anche fare - sottolinea la Coldiretti - un’esperienza diretta in simbiosi con la natura, i suoi prodotti e una cultura che hanno fatto dell’Italia un Paese da primato a livello internazionale nell’offerta di alimenti e vini di qualità.
Nell’estate 2015 si stima che quasi 200.000 giovani possano trovare lavoro in agricoltura. Dal primo giugno e fino al 30 settembre i giovani lavoratori dai 16 ai 25 anni di età regolarmente iscritti ad un ciclo di studi - sottolinea la Coldiretti - possono essere remunerati con i voucher, i buoni lavoro che comprendono già la copertura assicurativa e previdenziale e non sono soggetti a ritenute fiscali. I voucher - continua la Coldiretti - rappresentano uno strumento che offre interessanti opportunità di integrazione al reddito e occupazione anche a categorie particolarmente deboli quali cassaintegrati e pensionati e risponde coerentemente alle richieste di semplificazione del lavoro nei campi che può così meglio esprimere le proprie potenzialità in un momento di crisi, senza con ciò destrutturare il mercato del lavoro agricolo.
Per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro la Coldiretti ha varato la prima banca dati autorizzata dal Ministero del Lavoro “Jobincountry” di aziende agricole che assumono alla quale potranno accedere tanti i giovani italiani che sono interessati perché amano la campagna o semplicemente per raggranellare un po’ di soldi, magari nella pausa scolastica.
“Nell’agroalimentare in Italia trovano opportunità di occupazione quasi 1,6 milioni di unità lavorative delle quali circa 1,2 milioni in agricoltura e poco più di 400.000 nell’industria alimentare”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’importanza di tutelare e promuovere il lavoro lungo tutta la filiera dove il settore agricolo rappresenta di gran lunga lo zoccolo duro”.
Ma se l’agricoltura, come emerge, rimane un settore fondamentale per l’occupazione in Italia, si conferma altrettanto chiaramente il fenomeno per cui “senza il quotidiano lavoro di 322.000 migranti nelle campagne italiane non ci sarebbe il made in Italy a tavola che ha permesso al nostro Paese di ottenere primati in tutto il mondo”, ricorda Moncalvo, che lancia anche l’idea di un progetto di legge contro il lavoro nero, tanto più necessario considerata l’emergenza accoglienza legata ai nuovi sbarchi di immigrati. “Per un buon cibo, per il nostro cibo, serve un “buon lavoro” - ha sottolineato il presidente Coldiretti - e noi dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze perché sia così, dal Piemonte alla Sicilia, avviando una operazione di trasparenza e di emersione, come già sta avvenendo ed è avvenuto in molte zone del Paese grazie anche all’uso dei vouchers. Non possiamo farlo da soli ma, insieme alle Istituzioni, al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e alle forze sociali di rappresentanza del mondo del lavoro, dobbiamo mettere a punto un progetto e un patto di emancipazione, per chi oggi lavora in condizioni di illegalità”.
Secondo un’analisi Coldiretti, su dati del Dossier Statistico Immigrazione, quasi un quarto dell’agricoltura italiana e nelle mani degli stranieri in termini di contributo al lavoro. “C’è dunque - sottolinea la Coldiretti - la presenza di veri e propri distretti produttivi di eccellenza del made in Italy che possono sopravvivere solo grazie al lavoro di 322.000 immigrati regolari, dalle stalle del nord dove si munge il latte per il Parmigiano Reggiano alla raccolta delle mele della Val di Non, dal pomodoro del meridione alle grandi uve del Piemonte”.

Focus - Occupati nell’agroalimentare in unità lavorative annue (Filiera: Agricoltura - Industria - Totale)
Filiera carne: 289.691 - 59.377 - 349.068
Filiera latte: 166.498 - 49.125 - 215.623
Filiera olio: 44.614 - 10.623 - 55.237
Filiera ortofrutta: 345.883 - 28.621 - 374.504
Filiera cereali: 118.858 - 180.965 - 299.823
Filiera vino: 111.868 - 35.339 - 147.207
Altre: 88.287 - 55.249 - 143.537
Totale: 1.165.700 - 419.300 - 1.585.000
Fonte: elaborazioni Coldiretti

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