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L’AGRICOLTURA PUÒ FAVORIRE CRESCITA E OCCUPAZIONE, MA I PESANTI COSTI RISCHIANO DI PARALIZZARE IMPRESE. POLITI (CIA): “È L’UNICO SETTORE IN CONTROTENDENZA ED È IN GRADO DI AIUTARE IL PAESE. MA SERVONO INTERVENTI MIRATI ...”

“L’agricoltura ha tutte le carte in regola per aiutare l’Italia a uscire dalla crisi. Oggi è l’unico settore che cresce e crea occupazione: il valore aggiunto aumenta dell’1,1%, mentre il numero degli addetti sale addirittura del 6,2%. Questo significa che il mondo agricolo, nonostante le difficoltà, è ancora vitale e ha potenzialità indispensabili per riprendere la strada dello sviluppo. Ma è indispensabile che vengano abbattuti costi produttivi e contributivi e burocrazia che paralizzano le imprese”. Lo afferma il presidente della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori Giuseppe Politi a commento delle prospettive Istat per l’economia italiana 2012-2013.

“L’andamento in controtendenza dell’agricoltura - aggiunge Politi - è un elemento significativo in un contesto generale di preoccupante crisi. Ciò, tuttavia, non significa che per il settore primario sia una strada in discesa. Tutt’altro. Le difficoltà, specialmente negli ultimi mesi, sono aumentate in maniera preoccupante. Il costo di gestione dell’azienda ha assunto dimensioni rilevanti, mentre i redditi degli agricoltori continuano a ridursi, anche a causa dei prezzi sui campi non più remunerativi. Ad allarmare c’è soprattutto il caro-gasolio che è ormai divenuto destabilizzante e sta mettendo ostacoli non indifferenti alle aziende. A ciò si aggiungono il gravoso impegno finanziario per l’Imu sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli e il costo spaventoso della burocrazia che in un anno ha tolto al comparto più del dieci per cento dei 26,5 miliardi di euro sottratti dagli adempimenti richiesti all’intero sistema imprenditoriale italiano”.

“Nelle campagne, a differenza dell’industria e dei servizi, c’è, comunque, ancora possibilità di lavoro, soprattutto per le donne e i giovani - spiega il presidente della Cia - e ciò può essere sfruttato da parte del governo con interventi mirati che consentano agli imprenditori agricoli di riprendere a marciare e di aprire le porte ai tanti lavoratori che sono stati, purtroppo, espulsi dagli altri settori produttivi”.

“Ecco perché - sottolinea Politi - ribadiamo l’esigenza di una decisa riduzione degli oneri che oggi gravano sulle imprese. In particolare, chiediamo un azzeramento dell’accisa sul gasolio e non solo per le serre. Allo stesso rinnoviamo la nostra richiesta per un incontro con il governo dove affrontare il problema dell’Imu agricola che pesa come un macigno sulle imprese”.

“C’è poi da rilevare - dice Politi - che i costi previdenziali per i lavoratori a carico delle aziende agricole hanno raggiunto livelli pesantissimi. Basta ricordare che in Italia si pagano gli oneri contributivi più elevati d’Europa”. “In una fase come questa sono indispensabili interventi efficaci per valorizzare e sviluppare l’attività imprenditoriale agricola. Da qui, un ulteriore invito - conclude il presidente della Cia - per una nuova politica agraria nazionale, soprattutto in vista della riforma Pac 2014-2020”.

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