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L’AGROALIMENTARE SI PREPARA AD ANDARE IN VACANZA CON UNA BUONA NOTIZIA: +7% ALL’EXPORT NEI PRIMI 6 MESI DEL 2013 SUL 2012 (DATI ISTAT). PER COLDIRETTI SI VA VERSO IL RECORD DI 34 MILIARDI DI EURO A FINE ANNO. MA IL MALTEMPO COSTA PIÙ DI 1 MILIARDO

Il mondo dell’agroalimentare si prepara ad andare in vacanza con una buona notizia: i dati sul commercio estero di giugno rilevati dall’Istat, confermano la crescita delle esportazioni, con un +7% nei primi 6 mesi 2013 (sul 2012), che, per Coldiretti, spinge verso il record storico di 34 miliardi di euro fatturai all’estero a fine anno. “L’agroalimentare - sottolinea la Coldiretti - è in netta controtendenza rispetto all’andamento generale trainato dall’aumento della domanda estera in tutti i principali comparti produttivi che compensa la crisi dei consumi sul mercato interno. Tra i principali settori del made in Italy alimentare, il prodotto più esportato - precisa la Coldiretti - è l’ortofrutta fresca, seguita dal vino. Aumentano anche la pasta, che rappresenta una voce importante del made in Italy sulle tavole straniere, ed anche l’olio d’oliva”.
Un dato che, almeno in parte, consola gli agricoltori del Belpaese, alle prese con i maltempo: le ultime tempeste estive, con trombe d’aria e grandine, hanno colpito a macchia di leopardo il Nord Italia, dal Piemonte alla Liguria, facendo salire, per Coldiretti, oltre il miliardo di euro il conto dei danni provocati dall’andamento climatico anomalo del 2013, tra perdite e maggiori costi.
“In questa pazza estate interi raccolti sono stati spazzati via dalla furia del vento, dalla pioggia e dalla grandine ed il lavoro un intero anno degli agricoltori e delle loro famiglie - precisa la Coldiretti - è stato distrutto in pochi minuti per colpa di violente bufere accompagnate da grandine con chicchi di grandi dimensioni che hanno allagato campi, divelto tetti, serre e raso al suolo interi raccolti di mais, soia, foraggi, frutta e ortaggi. La grandine é la più temuta dagli agricoltori in questa stagione perché provoca danni insanabili alle coltivazioni, con effetti economici ed occupazionali sulle raccolte estive della frutta e della vendemmia ma anche sull’andamento dei prezzi e sull’inflazione. Il 2013 continua ad essere caratterizzato nelle campagne dal ripetersi di eventi estremi con sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi e intense dopo una primavera estremamente piovosa soprattutto nelle regioni del nord. Si tratta degli effetti dei cambiamenti climatici con i quali è costretta a convivere l’agricoltura che a differenza delle attività industriali si svolge all’aria aperta ed è quindi soggetta alle bizzarrie del tempo”.

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