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L’ALTRO NATALE A TAVOLA: I CRISTIANI ORTODOSSI, CHE NON SEGUONO IL CALENDARIO GREGORIANO, FESTEGGIANO OGGI IL NATALE, SECONDO IL CALENDARIO GIULIANO. ECCO LE TRADIZIONI ENOGASTRONOMICHE DI UN’ALTRA FACCIA DELLA CRISTIANITÀ

L’Epifania si è porta via tutte le feste dei cristiani cattolici, ma per gli ortodossi, che non hanno accettato il calendario gregoriano del 1582 e continuano a seguire quello giuliano, il Natale si celebra solo oggi. E anche loro hanno le loro tradizioni enogastronomiche legate alla festa religiosa.
Per i russi, il 6 gennaio è stato il “Sočelnyk”, la vigilia di Natale, così chiamata perché l’unico cibo permesso in tutta la giornata è il cosiddetto cibo “Sočivo”, che consiste in frutta e grano lesso. Dal 27 novembre in poi, per i 40 giorni che precedono il Natale, i fedeli sono tenuti ad osservare una sorta di quaresima nella quale non possono consumare cibo di origine animale: prima della festa di San Nicola le regole del digiuno sono meno restrittive, con il permesso di mangiare olio e pesce e bere vino. Dopo la festa, invece, sono vietati tutti gli alimenti animali e in precisi giorni della settimana non si può utilizzare neanche l’olio. Nello stesso stile la cena della vigilia, nella quale si consumano pochi piatti in famiglia e rigorosamente in silenzio. Tradizionalmente il 6 gennaio oltre al “Sočivo” devono essere collocate sul tavolo della cena altre 12 pietanze, per ricordare il numero degli apostoli, accompagnate dal “vzvar”, bevanda fatta con frutta essiccata e miele. Il pasto comincia dopo la comparsa della prima stella in cielo, simbolo della stella di Betlemme che guidò i Re Magi verso la grotta dove nacque Gesù. La vera festa inizia, invece, con la messa serale, quando, dopo la liturgia, che prevede preghiere, canti e benedizione di pane, grano, vino e olio, viene intonato l’inno di Natale e acceso un cero che simboleggia la Stella Cometa.

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