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L’ape da miele con meno di un milione di neuroni e meno di una retina umana è l’unica specie oltre l’uomo capace di avere una visione d’insieme dell’ambiente e di distinguere i dettagli. A dirlo una ricerca dell’Università di Tecnologia di Melbourne

Il cervello dell’ape da miele contiene meno di un milione di neuroni e meno di una retina umana. Eppure è l’unica specie oltre l’uomo capace di avere sia una visione d’insieme dell’ambiente circostante, sia di distinguere i dettagli. A dimostrarlo una ricerca guidata dall’Università di Tecnologia (Rmit) di Melbourne, in Australia.
La ricerca ha esaminato come le api usano la visione in ambienti naturali complessi per prendere decisioni. L’obiettivo era di comprendere la fisiologia comparativa della visione e le possibili applicazioni utili che ne possono derivare in aiuto delle attività umane.
“Le api da miele sono un modello animale di efficienza di costi e di tempi, ci permettono di studiare come sono elaborate le informazioni in un cervello in miniatura, dotato di meno dello 0,01% del numero di cellule che si trovano in un cervello umano”, scrive il responsabile della ricerca, lo scienziato della visione Adrian Dyer sulla rivista Proceedings of the Royal Society B.
“Le api usano una visione ultravioletta, blu e verde, per trovare in modo efficiente i fiori desiderati in ambienti complessi. E i risultati della ricerca hanno importanti applicazioni per l’intelligenza artificiale”, sostiene Dyer. “È una maniera completamente nuova in cui i cervelli possono elaborare le informazioni visive”, aggiunge.
“Il progetto ha investigato come le informazioni dei colori sono elaborate dalle api, e ha sviluppato modelli informatici che potranno offrire nuove soluzioni alla visione robotica. I modelli permetteranno anche di studiare gli effetti di fattori ambientali, come cambiamenti di clima, su come le api scelgono di visitare certi tipi di fiori, quando le piante hanno importanti impatti ambientali ed economici”, conclude lo studioso.

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