L’embargo della Russia sui prodotti agroalimentari, nel 2015, è costato all’Italia 244 milioni di euro, con le esportazioni praticamente dimezzate sul 2013 a danno soprattutto di frutta, carne e latticini. A dirlo il Centro Studi di Confagricoltura

L’embargo della Russia sui prodotti agroalimentari, nel 2015, è costato all’Italia 244 milioni di euro, con le esportazioni praticamente dimezzate sul 2013 a danno soprattutto di frutta, carne e latticini. A dirlo il Centro Studi di Confagricoltura.
“Il nostro Paese, in seguito al divieto introdotto, ha subito una pesante riduzione delle esportazioni, che fra il 2009 e il 2013 avevano segnato, in valore, un incremento del 119%, toccando quota 485 milioni di euro e che nel 2015, primo anno interamente colpito dall’embargo si sono dimezzate (-244 milioni di euro) rispetto al 2013, fermandosi a 241 milioni di euro”. I prodotti italiani più colpiti sono stati frutta e ortaggi ( -56,9 milioni di euro, -95,5%), carni e frattaglie (-44,2 milioni di euro, -88,4%) e formaggi e latticini (-41,7 milioni, -93,6%).
“Gli effetti dell’embargo russo - mette in evidenza il centro studi di Confagricoltura - non si sono fatti sentire solo nel nostro Paese. Nel 2013 l’Italia rappresentava il 5,1% dell’export complessivo di prodotti agroalimentari verso la Russia (bevande escluse) dei Paesi dell’Unione Europea, posizionandosi, nonostante il forte progresso registrato negli ultimi anni (+119% fra il 2009-2013), all’ottavo posto. In seguito all’embargo, il nostro Paese ha subito una riduzione dei valori esportati verso la Russia del 50,3%, sensibilmente inferiore a quella di tutti i principali Paesi Ue, escluse Olanda e Germania, salendo così alla posizione n. 5, preceduto solo da Olanda, Germania, Polonia e Lituania”.