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L’ENOLOGO COTARELLA DÀ I VOTI ALLA SICILIA: “QUELLA DEL 2008 È UNA VENDEMMIA QUASI PERFETTA” … AVANTI CON LA DOC SICILIA, CHE VEDE D’ACCORDO PLANETA (ASSOVINI) E LA VIA (REGIONE SICILIA): “LA DOC È L’OMBRELLO SOTTO IL QUALE VALORIZZARE LE DIVERSITÀ”

Italia
Il vigneto di Regaleali, il feudo dei Tasca d’Almerita

È una vendemmia “quasi perfetta” quella 2008, “tra quattro e cinque stelle, possiamo dire a quattro stelle e mezza”, come ha detto uno dei più famosi winemaker d’Italia, Riccardo Cotarella, che ha tirato le somme del rating dell’ultima stagione vitivinicola siciliana a Sicilia en primeur, evento internazionale organizzato da Assovini Sicilia, oggi condotta dal presidente Diego Planeta, uno dei principali artefici della rinascita dell’enologia siciliana. “Quella mezza stella che separa la vitivinicoltura siciliana dall’eccellenza - ha proseguito Cotarella - servirà da stimolo per la prossime vendemmie che, sono sicuro, saranno nel segno della qualità”.

Argomento importante di Sicilia en Primeur 2009 la doc Sicilia, che presto arriverà: “dobbiamo trovare - ha spiegato l’assesore regionale all’agricoltura La Via - l’elemento che ci possa dare fama e notorietà sul mercato. Per questo parliamo di Doc Sicilia, con il quale mettiamo sul piatto anche il nostro territorio, la nostra storia, le nostre tradizioni. È questo il valore aggiunto su cui dobbiamo puntare. La Doc è l’ombrello sotto il quale possiamo valorizzare le diversità”.

La Sicilia è insomma un grande continente del vino, come ha spiegato più volte Diego Planeta a WineNews: “le differenze tra terroir e prodotti sono la nostra forza. Dobbiamo sempre più puntare sulla qualità, poche iniziative ma incisive. La Sicilia deve essere il punto di riferimento e l’espressione della mediterraneità della vite. E la doc sarà uno strumento importante per la crescita della vera viticoltura siciliana”.

Sulla stessa strada anche Attilio Scienza, docente di viticoltura all’Università di Milano: “in Sicilia c’è una curiosa contraddizione perché si ha dell’isola una visione unitaria, quando invece è un universo vario di viticulture e vitigni, un contenitore di tante cose da svelare e valorizzare nel mondo. Bisogna capire qual è il senso di identità di ogni territorio, uno step fondamentale per fare il salto di qualità. Non si ha, forse, una conoscenza profonda della varietà idrogeologica della Sicilia, che, paragonata alla musica, è un jazz con culture che vengono da altri Paesi, ha un’originalità che la rende unica”.


Focus - Riccardo Cotarella: “la forza della Siclia del vino …”

“La Sicilia è una realtà unica in fatto di varietà e molteplicità di vitigni. Non ha pari ed è giusto che si prenda consapevolezza a livello internazionale di questa sua peculiarità”. Lo ha detto Riccardo Cotarella, uno dei più ammirati e apprezzati winemaker d’Italia. “Bisogna lavorare sulla valorizzazione e opportuna comunicazione dei vari territori che ci sono nell’isola. Parlare, infatti, semplicemente di Sicilia è riduttivo ed è un concetto blando che non rende giustizia alle varietà degli habitat enologici presenti”.

“La nuova filosofia deve essere - ha detto ancora Cotarella - quella di non identificare più il vino con il vitigno ma piuttosto con la micro-area che lo ha prodotto. Insomma riscoprire la provincia che c’è dietro”.

L’enologo ha, inoltre, fatto l’esempio della Francia “dove non sono indicati i vitigni ma il vino viene identificato con il territorio. Questo è, infatti, l’unica cosa che non essendo “esportabile” è quello che infonde quel “quid” distintivo al singolo vino”.

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