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L’estate e l’“incubo della prova costume” fa scattare le polemiche tra esperti di fitness, nutrizionisti, dietologi e colossi del food & beverage. Scattano così le sostanze vietate dal Ministro Lorenzin nei beveroni e i consigli utili degli esperti

L’estate e l’“incubo” della prova costume porta con sé sempre una scia di polemiche su come entrare in forma, senza però mettere a rischio la salute. Se infatti molti esperti consigliano di fare attività fisica per perdere peso, i nutrizionisti invece insistono sul fatto che una dieta corretta è indispensabile per dimagrire senza controindicazioni. Ma il poco tempo a disposizione, spesso la pigrizia e la poca voglia di applicarsi, fanno sì che molti italiani chiedano ai medici delle preparazioni per perdere peso in poco tempo. Ma spesso questi preparati contengono principi attivi che hanno poco a che fare con il perdere peso. Ed è proprio per questo motivo che il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha firmato il decreto che vieta le preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti i principi attivi: triac clorazepato fluoxetina furosemide metformina bupropione topiramato.

“Di queste sostanze - si legge in una nota del Ministro - autorizzate singolarmente per diverse indicazioni terapeutiche (come: trattamento di ansia, depressione, diabete, ipertensione e epilessia) viene spesso fatto un abuso, utilizzando varie associazioni, per finalità meramente estetiche”.

Il decreto è stato adottato su impulso dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), che ha trasmesso al Ministero segnalazioni di sospetta reazione avversa della Rete Nazionale di Farmacovigilanza.

“Le preparazioni magistrali contenenti i citati principi attivi singolarmente, ma più spesso in associazione combinata tra di loro quando utilizzati a scopo dimagrante, hanno un rapporto beneficio-rischio estremamente sfavorevole e possono essere pericolose per i soggetti che ne fanno uso. Il rischio - dicono dall’Aifa - è che insorgano reazioni avverse aumenta, poi, in relazione al numero di principi attivi associati nella preparazione che possono causare anche disturbi psichiatrici e reazioni a carico del sistema cardiovascolare. A ciò si aggiunge che tali combinazioni non sono mai state studiate secondo sperimentazioni cliniche regolari, risultano sprovviste di foglietto illustrativo e scheda tecnica a cui il paziente possa fare riferimento per informarsi sulle caratteristiche del prodotto e che la documentazione disponibile sui singoli principi attivi non garantisce la sicurezza degli stessi, quando sono somministrati in associazione tra loro. È noto anche che le reazione avverse da preparazioni magistrali sono meno segnalate di quelle dei farmaci”.

Due i divieti introdotti dal decreto: medici e farmacisti non potranno rispettivamente prescrivere e allestire preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti i principi attivi vietati, usati singolarmente o in combinazione associata tra loro non potranno, inoltre, essere prescritte o allestite preparazioni magistrali che, a prescindere dall’obiettivo terapeutico perseguito, contengano i predetti principi attivi in combinazione associata. Al fine di evitare comportamenti elusivi finalizzati all’assunzione contestuale di più principi attivi, viene inoltre proibito a medici e farmacisti di prescrivere o allestire per il medesimo paziente più preparazioni magistrali singole, contenenti ciascuna uno dei principi attivi segnalati.

Ma la diatriba su cosa sia più salutare per perdere peso, tra esercizio fisico, giusta nutrizione e preparati dimagranti, finisce anche per far “litigare” carta stampata e colossi multinazionali del beverage. In un articolo sul New York Times infatti, Aaron E. Carroll spiega che per perdere 350 kcal è necessario correre per 30 minuti: in realtà per ottenere lo stesso risultato sarebbe sufficiente rinunciare a 2 lattine e mezza (139 cal per 33 cl) di Coca-Cola. Diversi studi indicano che l’attività fisica, che ogni persona dovrebbe praticare perché apporta molti benefici per la salute, in realtà non è efficace per perdere peso. “L’industria alimentare - scrive Carroll - tende invece ad enfatizzare l’importanza dell’attività fisica e di uno stile di vita attivo per spostare l’attenzione dai suoi prodotti poco salutari e ipercalorici alla responsabilità dell’individuo. Il messaggio implicito che passa è questo: “se sei obeso/sovrappeso è colpa tua perché non mangi in maniera equilibrata e non pratichi abbastanza attività fisica!”. Ad esempio in Italia per ridurre le calorie giornaliere basterebbe ridurre l’olio di un paio di cucchiai (-200 kcal) eliminare lo zucchero nei caffè (20 x 3= 60 kcal), bere un bicchiere di vino in meno (-100 kcal) e avremmo già il risultato che possiamo ottenere in mezz’ora di jogging, senza fare grandi fatiche e senza ridurre la quantità di cibo che introduciamo. Viceversa se un bambino introduce snack che hanno sulle 550 Kcal/etto e si beve aranciata o succhi di frutta con 40-50 kcal/100ml non c’è attività fisica che tenga perché qualunque dispendio calorico sarà facilmente neutralizzato. Per mantenersi longilinei l’attività fisica è importante, ma molto di più lo è imparare a mangiare e soprattutto eliminare snack e bevande zuccherate”.

L’articolo non ha lasciato indifferente il quartier generale della Coca Cola che è scesa in campo contro l’obesità e rilancia uno studio insieme alla “Global Energy Balance Network”, che promuove l’idea che gli americani sono troppo ossessionati su quanto mangiano e bevono non prestando abbastanza attenzione all’esercizio fisico. “L’attenzione dei media e della stampa scientifica - si legge nello studio - si concentra sul “mangiate troppo, mangiate troppo, mangiate troppo”, puntando il dito sui fast food e sulle bevande zuccherate e non sul poco esercizio fisico che fanno gli americani”.

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