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L’export dei distillati europei è raddoppiato in 10 anni, toccando i10 miliardi di euro. E i produttori europei, riuniti in “spiritsEurope”, chiedono al nuovo Parlamento Ue di sostenere il settore, mettendo il commercio al centro dell’agenda europea

Non Solo Vino
I produttori europei di bevande alcoliche chiedono alla nuova Ue di sostenere il successo del loro settore

I produttori europei di bevande alcoliche, riuniti in “spiritsEurope” (www.spirits.eu), chiedono alla nuova Commissione e al futuro Parlamento Ue di “sostenere il successo del loro settore, ponendo il commercio al primo posto dell’agenda europea per i prossimi cinque anni”. Nell’ultimo decennio, infatti, le esportazioni di distillati europei sono raddoppiate fino ad un valore di 10 miliardi di euro e, nel 2013, hanno contributo al commercio con un saldo positivo per l’Ue di 8,6 miliardi di euro.
Paul Skehan, direttore generale di “spiritsEurope”, sostiene che il settore “può fare molto di più. Certo, l’eliminazione delle tariffe elevate alle importazioni ed altri ostacoli come la politica fiscale discriminatoria, l’insufficiente protezione della proprietà intellettuale o le procedure doganali complesse devono essere affrontate dall’Ue attraverso la conclusione di ambiziosi accordi di libero scambio con i nostri principali partner commerciali”.
Skehan tiene anche a ricordare che il settore, solo con l’Iva e le accise “ha generato lo scorso anno 21 miliardi di euro per le tesorerie europee. E il successo dell’export genera investimenti e occupazione in tutta la filiera”. Gli Usa sono il maggiore mercato di esportazione per i distillati Ue, mentre l’Asia sud-orientale é la Regione in più rapida crescita. Il settore punta anche a Paesi come l’India, dove l’abolizione delle tariffe all’import del 150% permetterebbe il boom delle esportazioni europee nel giro di pochi anni.

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