02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

L’EXPORT “SALVA” L’INDUSTRIA ALIMENTARE: CONSUMI IN ITALIA IN CALO, MA NEL 2012 L’ESTERO CRESCE DELL’8% SUL 2011 E PORTA IL FATTURATO DEL SETTORE A 130 MILIARDI DI EURO. MA CALANO INVESTIMENTI E OCCUPAZIONE. A DIRLO FEDERALIMENTARE

L’Italia “in tavola” riflette, come non mai, la situazione economica del Belpaese: consumi interni in calo, e fatturati delle imprese che crescono solo grazie all’export. A dirlo i dati sull’industria alimentare di Federalimentare, nella presentazione del “bilancio 2012 e prospettive 2013 dell’industria alimentare”: il fatturato complessivo è cresciuto del 2,3% sul 2011, a 130 miliardi di euro, ma solo grazie all’aumento dei prezzi, visto che la produzione è calata dell’1,4%, e dell’export, che nel 2012 ha raggiunto i 23,8 miliardi di euro, +8% sul 2011, e pesa per il 19% sul fatturato totale (dinamica ancor più accentuata nel vino, prima voce dell’export agroalimentare italiano, con li record di 4,7 miliardi di euro nel 2012, le cui vendite all’estero hanno superato quelle in “patria”). E a guardare il dato italiano sul medio periodo, si vede come la crisi abbia picchiato duro anche dentro al frigorifero: tra il 2007 e il 2012 la spesa alimentare è diminuita di 20 miliardi (-10%), e solo nel 2012 i consumi in Italia sono diminuiti del 3%. E le prospettive dell’industria alimentare non sono di certo ottimistiche, come spiega l’indagine di Format Research per Fedealimentare: l’occupazione, nel 2012, è diminuita del 6,6%, un’impresa su tre si è vista rispondere “no” dalle banche alla richiesta di credito, e per i prossimi due anni diminuiscono dal 58% al 45% le imprese che faranno investimenti). “Questi dati - osserva il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua Magliani - sono il riflesso di una spirale involutiva del Paese che ci fa guardare al futuro con preoccupazione. Chiediamo al nuovo governo di ridurre in particolare la pressione fiscale fermando ogni tassazione impropria, come food tax o accise, contrastare l’aumento dell’aliquota del 21% previsto a luglio di quest’anno e ridurre l’incidenza fiscale dei costi di trasporto e dell’energia. Il valore aggiunto espresso dal settore alimentare e’ sceso di 4 punti dal 2007 ad oggi: in sintesi, gli italiani comprano meno e scelgono prodotti piu’ economici. Nonostante tutto - conclude Federalimentare - l’industria alimentare mantiene un ruolo calmieratore sull’inflazione. Secondo elaborazioni del Centro Studi di Federalimentare i prodotti dell’industria alimentare hanno registrato nel gennaio scorso un +2% sul pari mese 2012, confermandosi sotto il tasso di inflazione (+2,2%)”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli