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L’INCURSIONE DI GREENPEACE, CHE HA DISTRUTTO IL CAMPO DI MAIS OGM IN FRIULI, FA LEVARE UN CORO DI VOCI: DA SLOW FOOD A COLDIRETTI, DA ZAIA A GALAN, MOLTE LE CRITICHE AGLI OGM. DI SEGNO OPPOSTO FUTURAGRA, FAVOREVOLE ALLE NUOVE BIOTECNOLOGIE

Ha scatenato una serie di reazioni il “blitz” di Greepeace nel campo coltivato a mais Ogm a Fanna, in Friuli. La distruzione del raccolto di mais transgenico ha fatto sì che si levasse un coro di dichiarazioni, alcune di dissenso nei confronti dell’azione ambientalista, altre invece critiche verso chi avrebbe permesso, o non avrebbe impedito, la semina a Mon-810.

“Le istituzioni preposte a far rispettare la legge non sembrano disponibili a fare il loro dovere” afferma Simona Capogna, vicepresidente Vas. “Da quando sono stati autorizzati i primi Ogm in
Europa, c’è stato uno sforzo collettivo affinché si evitasse una contaminazione della produzione agricola e della filiera agroalimentare”. “Solo per fare un esempio - prosegue Capogna - esattamente sette anni fa nella Regione Piemonte fu distrutto il raccolto contaminato da Ogm, per evitare di inquinare anche i campi attigui attraverso l’impollinazione. Cosa c’è di diverso da allora? Sicuramente la volontà politica è fondamentale per attivare immediatamente tutti gli strumenti a disposizione e ristabilire una situazione di legalità, laddove c’è un tentativo accertato di violazione delle norme. Non vorremmo - conclude Capogna - che il “non fare” si traduca, tra non molto, nel “non si può fare più nulla”. Il processo di contaminazione è irreversibile, non si può rimanere a guardare”.

Per Coldiretti, la distruzione del mais transgenico si è resa indispensabile per evitare che la maturazione del mais e la conseguente disseminazione di polline potesse provocare una contaminazione che avrebbe un impatto devastante sull’ambiente, sulla fauna selvatica, su altri ambiti agricoli e che non potrebbe essere limitato ai confini amministrativi dei comuni o della regione coinvolta. La scelta di vietare la coltivazione di Ogm in Italia è coerente con la stragrande maggioranza dei cittadini che - sottolinea la Coldiretti - è contraria al biotech nei campi e nel piatti. Quasi tre italiani su quattro (72%), in base all’ultima indagine annuale Coldiretti-Swg “Le opinioni di italiani e europei sull’alimentazione”, ritengono, infatti, che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati (Ogm) siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali. Una scelta in linea - continua la Coldiretti - con le crescenti perplessità sugli ogm in Europa dove, dopo il divieto posto anche in Germania, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi che coltivano organismi geneticamente modificati con peraltro un drastico crollo del 12 per cento delle semine nel 2009 che ha coinvolto tutti i paesi interessati (Spagna, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia), tranne la Polonia che ha mantenuto la stessa superficie coltivata, mentre solo per il Portogallo è aumentata, secondo una analisi della Coldiretti sul rapporto annuale 2009 dell’“International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (Isaaa). Il drastico crollo nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 conferma che nel coltivare prodotti transgenici, oltre ai rischi per la salute e per l’ambiente, non c’è neanche convenienza economica. Secondo i dati - precisa la Coldiretti - la coltivazione ogm in Europa riguarda solo il mais, la cui la superficie coltivata nel 2009 si è drasticamente ridotta da 107.719 ettari a 94.750 ettari, pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa.

Anche Slow Food si schiera contro la possibilità di seminare Ogm. “Tutela della legalità, della
tipicità, della biodiversità e della salute, sono gli elementi attorno ai quali sviluppare questa battaglia contro la semina illegale di mais Ogm”, ha detto Silvio Barbero vicepresidente nazionale di Slow Food, intervenuto oggi, a Pordenone, al presidio davanti alla Prefettura. “Questa battaglia portata avanti dalla Task force per un’Italia libera dagli Ogm, che comprende oltre 30 associazioni,
deve unire sempre di più i produttori e i consumatori sotto il principio di una agricoltura e di un’alimentazione buona, pulita e giusta, incompatibile con la filosofia degli Ogm. È una battaglia che siamo obbligati a vincere”.

Ancor più drastico il Governatore del Veneto, Luca Zaia. “Ho scritto un libro che si chiama “Adottare la terra” che esprime il mio pensiero di totale e netta contrarietà gli Ogm. Sono a fianco di Coldiretti e di tutti quei cittadini contrari agli Ogm”, ha detto oggi l’ex Ministro dell’Agricoltura. “Per quanto riguarda la situazione nel pordenonese credo che sia vergognosa - ha aggiunto - e l’unica cosa da fare è quella di distruggere subito queste piante visto che c’è il rischio concreto dell’ibridazione e quindi ad andare a contaminare la coltivazione di “Ogm free””. Secondo Zaia “fa bene la Coldiretti a fare il presidio a Pordenone, fanno bene gli ambientalisti a distruggere il campo a Fanna (Pordenone). Questa è una emerita schifezza. Basta raccontare buglie agli agricoltori, perché quando si coltivano gli Ogm nel mondo gli unici che guadagnano sono le multinazionali”.

Parla anche la “task force” per un’Italia Libera da Ogm”, di cui fanno parte 27 associazioni del mondo agricolo, ambientalista, cooperativo e consumeristico, che esprime un senso di grave disagio e forte turbamento per l’interruzione delle operazioni di “disinfestazione transgenica” e il fermo degli attivisti ambientalisti impegnati a Fanna (Pordenone), dove è in corso un “Presidio della legalità” ad oltranza organizzato da Coldiretti, Legambiente, Aiab, Greenpeace e Slow Food, nella rimozione del mais ormai in fioritura e alla contaminazione, attraverso il polline, dei campi circostanti. “La legge punisca i veri colpevoli che, da mesi, si sono addirittura autodenunciati nel compiere un’azione illegale, verificata dalle competenti strutture scientifiche, senza che nessuno abbia mosso un dito prima dell’intervento degli attivisti di Greenpeace per evitare danni irreversibili”, dice la Coalizione. “È stata semplicemente compiuta una operazione - dicono dalla “Task force” - che avrebbe dovuto essere effettuata dalle competenti istituzioni senza alcun indugio in ragione del rischio certo di compromissione della sicurezza ambientale e dell’agrosistema del Friuli-Venezia Giulia”, ribadendo la necessità di un immediato ripristino della legalità ed esprimendo l’auspicio che l’iniziativa attuata possa rappresentare uno stimolo affinché le autorità competenti adottino finalmente provvedimenti formali per la raccolta e l’avvio alla distruzione di tutto il materiale vegetale contaminato. “È infatti assurdo che in un Paese civile debbano muoversi le forze sociali per garantire l’applicazione delle leggi che lo Stato ha emanato e che i suoi organismi competenti non sono in grado di far rispettare”.

Così, invece, il Ministro alle Politiche agricole, Giancarlo Galan: “Sono stato, sono e sarò sempre per il rispetto della legalità. Ove le indagini in corso rivelassero che realmente quello seminato è mais geneticamente modificato, spetterà all’Autorità giudiziaria valutare i provvedimenti da assumere secondo quanto previsto dal decreto legislativo 212. In Italia, infatti, la coltivazione di OGM, in assenza di autorizzazione, è espressamente vietata. Certo, va sottolineato, che se la Conferenza Stato-Regioni avesse approvato le linee guida sulla coesistenza tra colture convenzionali e piante geneticamente modificate, avremmo oggi maggiori strumenti sia tecnici che giuridici per disciplinare la materia. Alla Conferenza ho chiesto di procedere nel più breve tempo possibile, non solo riguardo alla coesistenza, ma anche per l’approvazione dei protocolli di sperimentazione sugli Ogm. Credo infatti che non possiamo fermare la ricerca”.

Ben diversa la posizione di Futuragra, l’associazione di imprenditori agricoli che si batte per l’introduzione delle biotecnologie in Italia. Per Duilio Campagnolo, presidente di Futuragra, infatti, “la protesta inscenata a Pordenone dalle associazioni che fanno parte della cosiddetta “Task force per un’Italia libera da Ogm”, di cui fa parte anche la Coldiretti Fiuli Venezia Giulia, è l’ultimo capitolo di un’azione miope, oscurantista e piena di contraddizioni”. “Mentre infatti questi signori levano i loro scudi contro quei pochi metri quadrati di campo - ha rilevato Campagnolo in una nota - si dimenticano che più della metà degli agricoltori veneti e friulani si dicono pronti a seminare mais Ogm e che la stessa Coldiretti distribuisce oggi in Italia mangimi Ogm attraverso i Consorzi Agrari”. “Quelli che dovrebbero davvero indignarsi per tutto quello che sta succedendo nel nostro Paese in tema di biotecnologie - ha concluso Campagnolo - sono gli agricoltori, che sono ormai in
ginocchio davanti a un calo dei redditi senza precedenti e che a più riprese si sono detti favorevoli all’utilizzo degli Ogm. Proprio per questo motivo Futuragra sta verificando l’ipotesi di mettere in piedi azioni legali collettive”.

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