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L’INDUSTRIA AGROALIMENTARE ITALIANA DIPENDE PER IL 50% DALLE IMPORTAZIONI ESTERE, E IN RICERCA SPENDIAMO MENO DI TUTTI IN EUROPA. QUESTI I TEMI AL CENTRO DEL “FASCINATION OF PLANTS DAY”, L’EVENTO MONDIALE SULL’AGRICOLTURA (18 MAGGIO)

Le produzioni agroalimentari e agroindustriali italiane dipendono per oltre il 50% dall’importazione di materie prime vegetali dall’estero, un dato che diventa ancora più preoccupante se si considera che in ricerca, nel nostro Paese, si investe solo l’1% del Pil: l’Italia non solo è dietro a Francia, Germania e Regno Unito, la cui spesa va dal 2 al 2,5% del Pil, ma è anche al di sotto della media europea (1,93%). Sono i dati che fotografano il ritardo che l’economia nazionale sta accumulando nei confronti del mondo dell’agricoltura e delle piante, al quale la Piattaforma Tecnologica It-Plants Italia “Plants for the future” dedicherà il 18 maggio un’intera giornata di sensibilizzazione e informazione, il “Fascination of Plants Day”, evento mondiale promosso dall’Epso - European Plant Science Organization (www.plantday12.eu), che verrà celebrato in contemporanea in 38 nazioni e che in Italia conta decine di appuntamenti scientifici, tra dibattiti, visite negli orti botanici, mostre didattiche, e che culminerò con il convegno scientifico “Fascination of Plants Day Italia”.
“L’iniziativa mondiale “Fascination of Plants Day” ha il duplice scopo di sensibilizzare i cittadini al fascino delle piante in tutte le loro accezioni - spiega Roberto Tuberosa, coordinatore scientifico di It-Plants e professore ordinario di Genetica Agraria dell’Università di Bologna - e sottolinearne il ruolo centrale nella nostra esistenza. Dalle piante dipende infatti la “Food security”, la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, una delle maggiori sfide che la nostra società dovrà affrontare nei prossimi decenni”.

Focus - “Food Security” al centro dell’Expo 2015
La “Food security” sarà anche il tema centrale della Expo che si terrà a Milano nel 2015: nei prossimi 30 anni, infatti, l’agricoltura dovrà produrre più cibo, più fibre e più biomasse per sopperire ai fabbisogni di 9 miliardi di persone.
Secondo la Fao - Food & Agriculture Organization, questo richiederà un aumento del 70% della produzione agricola, obiettivo che dovrà essere raggiunto in un contesto agricolo globale in cui la disponibilità di nuovi terreni coltivabili e di risorse naturali, soprattutto di acqua, va diminuendo. E’ evidente che anche in Italia l’agricoltura avrà un ruolo di crescente importanza, soprattutto considerando che importiamo circa il 50% della materia prima vegetale utilizzata nelle filiere agroalimentare ed agroindustriale, per la produzione di cibo destinato agli uomini e agli animali, ma anche per i preziosi prodotti non alimentari che provengono dalle piante come carta, legno, composti chimici, energia e farmaci.
“Per diminuire questa dipendenza dalle importazioni e per alleviare la spesa per l’alimentazione, pari al 19% del bilancio delle famiglie italiane, è indispensabile investire in ricerca ed innovazione - spiega Roberto Tuberosa - per aumentare la produttività delle principali colture e per valorizzare le peculiarità e la qualità dei prodotti alla base del successo del made in Italy agroalimentare”. In gioco c’è anche la crescita del Paese e nuove possibilità per uscire fuori dalla crisi economica.
“La ricerca e l’innovazione potranno inoltre accrescere la redditività delle aziende agricole, presupposto imprescindibile per incoraggiare i giovani - conclude Tuberosa - ad inserirsi in un comparto che conta 850.000 addetti e vale 27,8 miliardi di euro in cui la crescente competitività a livello internazionale assottiglia sempre più i margini produttivi”.

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