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L’INFLAZIONE SENTE LA CRISI, E LA METÀ DEGLI ITALIANI FA LO SLALOM TRA GLI SCAFFALI ALLA RICERCA DI SCONTI E PROMOZIONI. LO DICE L’ANALISI COLDIRETTI SULL’INFLAZIONE DI AGOSTO, BASATA SUI DATI NIELSEN SHOPPER TRENDS 2013

L’inflazione sente l’effetto della recessione, e oltre la metà degli italiani (il 52%), nel momento di fare la spesa, è costretta a fare lo slalom tra le corsie per cercare prodotti in promozione o scontati. Emerge da un’analisi della Coldiretti sui dati Istat, basata sui dati Nielsen Shopper Trends 2013. Il contenimento dell’inflazione, spiega Coldiretti, è il frutto di un profondo cambiamento nei comportamenti dei consumatori, determinato da una crisi che ha ridimensionato il potere di acquisto. Il risultato è che il 30% degli italiani compra meno, il 21% passa a marchi più economici e il 10% acquista formati più grandi per risparmiare.

Una necessità che porta anche a fare la spola tra diversi negozi a caccia delle offerte speciali con i prezzi più convenienti magari seguendo le indicazioni dei volantini che sono tornati di grande attualità o dei numerosi siti internet dove è possibile fare confronti ed aggiornarsi delle novità settimanali. Ad avvantaggiarsi di questa tendenza sono stati i discount che hanno messo a segno in Italia una crescita record del 50% dell’area di vendita, dal 2007 al 2013. Nell’ultimo anno i discount sono l’unica forma di commercio al dettaglio per la quale si prevede un aumento delle vendite che invece si riducono negli ipermercati, nei supermercati e nei piccoli negozi.

La necessità di conquistare i consumatori ha determinato un profondo cambiamento delle politiche di marketing della distribuzione commerciale che ha come primo effetto un aumento della “pressione promozionale” che è salita nel 2013 a oltre il 26%. Il che significa che più di un quarto dei prodotti presenti sugli scaffali di iper e super-mercati è venduto in sconto. Accanto alla formula tradizionale del 3x2 ed ai punti a premio - continua la Coldiretti - si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa per l’acquisto dei libri di testo.

Tra i prodotti alimentari venduti in offerta più frequentemente ci sono quelli simbolo della dieta mediterranea che non possono mancare dalle tavole degli italiani e hanno quindi un effetto calamita sui clienti: dall’olio di oliva alla pasta, dalle conserve di pomodoro ai vini fino alla frutta. Un onere che la distribuzione commerciale accolla spesso sui propri fornitori sui quali di fatto ricade il conto della crisi. La conferma viene dall’indagine conoscitiva dell’Antitrust appena pubblicata che evidenzia “un aumento del potere di mercato della grande distribuzione organizzata nei rapporti commerciali con i fornitori, anche attraverso un rafforzamento del ruolo delle centrali di acquisto, i cui effetti si riverberano non solo sulle condizioni economiche nel mercato a monte dell’approvvigionamento, ma anche in quello a valle delle vendite, con possibili ripercussioni a danno dei consumatori finali”.

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