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“L’INTESA DI FILIERA SUL SISTEMA DI QUALITÀ DEVE ESSERE CONSIDERATA PUNTO DI PARTENZA PER UN NUOVO DIALOGO TRA PRODUTTORI, INDUSTRIA, COMMERCIO E GDO, A TUTELA DEL VERO MADE IN ITALY”. PAROLA DI MASSIMO GARGANO, PRESIDENTE DI UNAPROL

“Il sistema di qualità nazionale per l’olio extra vergine di oliva può rappresentare la base di un nuovo inizio nei rapporti di correttezza e trasparenza all’interno della filiera”. Parola di Massimo Gargano, presidente di Unaprol, al convegno annuale di Assitol sul monitoraggio dei dati del comparto. Per Gargano l’intesa di filiera sul sistema di qualità deve essere considerata “punto di partenza” per un nuovo dialogo tra produttori, industria, commercio e gdo, al fine di rafforzare e tutelare il vero made in Italy, che può competere solo puntando sulla qualità e non sul ribasso dei prezzi. “L’Italia - continua Gargano - deve puntare su alta qualità, tracciabilità delle produzioni e origine certa. Dubbi e scorciatoie non aiutano il mercato a fare pulizia ma ad inquinarlo e, quindi, indebolirlo”.

In questo quadro il sistema di qualità nazionale è particolarmente importante perché, oltre a consentire una valorizzazione dei prodotti a livello di mercato, permetterà agli operatori di poter accedere ad aiuti specifici nell’ambito dei fondi comunitari. Gargano ha poi ribadito la necessità di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta anticontraffazione per tutelare le imprese e il consumatore: solo per l’olio di oliva, infatti, si può calcolare un mercato parallelo del falso pari a 100 milioni di euro l’anno, senza contare tutto l’italian sounding che circola all’estero.

Focus - Il boom dell’extra vergine in India

In India continua il boom della vendita dell’olio d’oliva, un prodotto della dieta mediterranea che fino a pochi anni fa era praticamente sconosciuto nel Paese asiatico, soprattutto per quanto riguarda l’uso alimentare. Nell’anno fiscale 2012-2013, le importazioni di olio di oliva e di olio di sansa di oliva greggio sono aumentate del 66% secondo i dati diffusi oggi dall’Associazione indiana per l’olio di oliva. “Il mercato indiano è salito così al primo posto per la crescita delle importazioni dopo il Giappone e la Cina” si legge in una nota. Nel periodo 2011-2012 l’incremento era stato del 49%. Al primo posto tra i fornitori c’é sempre la Spagna con una quota del 59% seguita dall’Italia (31%). Insieme i due Paesi dominano il mercato indiano. Il record di vendite è stato possibile nonostante l’aumento fino al 40% del prezzo registrato dall’inizio dell’anno e innescato in particolare dal deprezzamento della rupia sull’euro. Secondo il presidente V.N. Dalmia, la crescita di questo prodotto è dovuta alla maggiore attenzione in India per la salute: “si stima che circa il 10% della popolazione, soprattutto quella delle metropoli, soffre di malattie cardiache e una buona percentuale di diabete e ipertensione. Grazie alle sue caratteristiche l’olio di oliva e’ in grado di ridurre queste malattie”.

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