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L’ITALIA DICE NO AL LATTE IN POLVERE. RIMANE IN VIGORE LA LEGGE IMPEDISCE DI DETENERE O VENDERE O UTILIZZARE LATTE LIQUIDO E PRODOTTI CASEARI OTTENUTI DA LATTE IN POLVERE O CONCENTRATO. SODDISFAZIONE PER IL MINISTRO ROMANO “SALVO LO YOGURT ITALIANO”

“Lo yogurt è salvo, non ci sarà utilizzo di latte concentrato, conservato e in polvere”. L’annuncio che tranquillizza i consumatori giunge dal Ministro delle Politiche Agricole Francesco Saverio Romano, dopo che si erano paventate “aperture” ad altri tipi di latte che non fosse quello fresco. La legge italiana 138/74 fa divieto di detenere, vendere o utilizzare latte liquido e prodotti caseari ottenuti in tutto o in parte da latte in polvere o concentrato. “Proprio quella legge - assicura il ministro, rimane valida pure nel recepimento, avvenuto oggi, in Consiglio dei Ministri, della direttiva comunitaria 2007/61 sul latte conservato o disidratato, dopo il parere favorevole espresso dalla Commissione agricoltura della Camera, che l’aveva comunque condizionato al fatto che fosse garantito che le procedure di concentrazione del latte per la produzione di yogurt escludano nel modo più tassativo l’uso del latte in polvere”.
“In questo modo garantiamo allo stesso tempo il mantenimento di un alto standard qualitativo della nostra produzione ed evitiamo possibili contraccolpi negativi sul prezzo del latte”. Le organizzazioni agricole e i consumatori esultano al pensiero di poter ancora affondare il cucchiaino in un prodotto veramente fresco e genuino i cui consumi sono in continua crescita. Soddisfazione anche da parte delle associazioni di categoria. “Non si rischiano così di intaccare le caratteristiche dello yogurt Made in Italy” - osserva la Cia - Confederazione italiana agricoltori. Mentre Coldiretti rileva come “il divieto all’utilizzazione del latte in polvere e concentrato nella produzione di yogurt e formaggi è una risposta chiara ed importante alle esigenze di qualità e trasparenza dei consumatori ma anche all’impegno dei circa 40.000 allevatori italiani che ogni giorno nelle stalle mungono latte fresco di grande qualità”. E Confagricoltura sottolinea di “apprezzare che sullo yogurt non ci siano state forzature inaccettabili come si paventava e che, oltre a disorientare i consumatori, avrebbero avuto conseguenze disastrose per le aziende agricole italiane”. Nel 2010 nelle case degli italiani sono entrate oltre 450 mila tonnellate di yogurt, con un giro d’affari di oltre 1,7 miliardi di euro. Tra compatti e liquidi, scremati o interi, con cereali o frutta o integratori, infatti, ogni italiano ne consuma in media sette chili l’anno.

Focus - La lista Coldiretti degli inganni serviti a tavola
Il via libera della Commissione Agricoltura dell’Unione Europea al latte concentrato (anche se non in polvere) nello yogurt, allunga la lista dei cibi che risultano meno autentici in virtù di modifiche subentrate per legge - molto spesso su input comunitario - nel disciplinare di produzione. Ecco altri esempi di “pseudo cibi” secondo un’indagine Coldiretti:
Formaggio senza latte - A partire dal primo gennaio 2009 può essere incorporato fino al 10 per cento di caseina e caseinati nel formaggio, al posto del latte, secondo quanto previsto dal regolamento (CE) n.760/2008 del 31 luglio 2008.
Vino senza uva - E’ arrivato anche il vino ottenuto senza uva per effetto della riforma europea di mercato del settore vitivinicolo del 29 aprile 2008 ( Reg. 479/08) che ha autorizzato la produzione e la commercializzazioni di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva come lamponi e ribes.
Vino invecchiato con la segatura - L’Unione europea ha dato il via libera all’invecchiamento artificiale del vino attraverso l’utilizzazione di pezzi di legno al posto della tradizionale maturazione in botti di legno, secondo quanto previsto dal Reg. (CE) 11 ottobre 2006, n. 1507/2006.
Le bibite senza frutta - Sulla base di una legge nazionale (Legge n. 286 del 1961) le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse - sottolinea la Coldiretti - contengano appena il 12 per cento di succo di agrumi.
Zucchero nel vino - È una pratica, utilizzata nei paesi del Nord Europa, che permette di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva.

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