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L’ITALIA E LA BATTAGLIA SULL’ORIGINE DEI PRODOTTI: DALL’UE UNA NUOVA ETICHETTA DELLA CARNE CON OBBLIGO DEI LUOGHI DI ALLEVAMENTO E MACELLAZIONE (VOLONTARIA L’ORIGINE NELLO STESSO PAESE). IL MINISTRO DE GIROLAMO: “RISULTATO A LUNGO CERCATO DA ITALIA”

L’Unione Europea ha deciso di introdurre una nuova etichetta per fare chiarezza sull’origine o sulla provenienza di carni fresche, refrigerate o congelate, di maiale, pecora, capra e pollame (attualmente in vigore solo per la carne di manzo): sarà infatti obbligatorio introdurre in etichetta il luogo dell’allevamento e della macellazione, mentre l’origine potrà apparire, su base volontaria se la carne è ottenuta da animali nati, allevati e macellati nello stesso Paese. Un primo successo nella grande battaglia che l’Italia porta avanti per ottenere l’origine dei prodotti, “un risultato a lungo cercato dall’Italia” sottolinea il Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo spiegando come “in particolare sono state recepite talune nostre osservazioni sull’allungamento del periodo minimo di allevamento per l’indicazione del Paese di origine” e come “ciò rappresenta una favorevole opportunità per i nostri operatori del settore. Ovviamente ci adopereremo immediatamente per rendere questa nuova norma operativa al più presto nel nostro Paese”, aggiunge. Per il presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo Paolo De Castro si tratta “dell’ennesima misura concreta che dimostra l’attenzione dell’Europa alla corretta informazione del consumatore, che deve essere tutelato nelle sue scelte di acquisto e protetto da fenomeni di contraffazione”. La proposta sarà ufficialmente varata dalla Commissione Ue nei prossimi giorni per entrare in vigore il primo aprile 2015.
La decisione di introdurre regole più chiare sull’etichetta delle carni, per meglio tutelare i produttori europei e permettere ai consumatori di fare scelte informate, è conseguenza di un impegno preciso assunto dall’Europa nel 2011. La decisione non ha ottenuto l’unanimità nel Comitato europeo per la catena alimentare, ma è stata approvata con 277 voti a favore (tra cui l’Italia), 37 voti contrari (Svezia e Polonia) e 38 astensioni (Repubblica Ceca, Belgio e Romania).
Di fatto, si introduce un sistema obbligatorio di etichettatura che stabilisce un nesso tra la carne e la provenienza dell’animale. Interesserà le carni di maiale, pollo, pecora e capra. Attualmente solo per la carne di manzo è in vigore, in seguito alla crisi della mucca pazza, l’obbligo dell’origine in etichetta. Così, secondo le nuovo regole, le carni di maiale, pollo, pecora e capra i cui animali sono nati, allevati e macellati nello stesso Stato membro potranno riportare l’origine in etichetta dello Stato produttore o di un Paese terzo. Negli altri casi verrà indicato, spiega Bruxelles, “l’allevamento e il luogo di macellazione sull’etichetta”. Al riguardo, sono state stabilite una serie di norme per ogni tipo di produzione, “in modo da garantire che il luogo dell’allevamento corrisponda con il luogo in cui l’animale ha trascorso una parte sostanziale della sua vita”. Secondo esperti Ue la misura è rilevante, considerando la durata di vita di questi animali, che è più breve rispetto a quella dei bovini. Infine, una deroga è prevista per le carni macinate dove dovrà essere indicato se sono state allevate e macellate “nell’Ue o in Paesi non appartenenti all’Unione europea”.
Questa decisione, sottolinea De Castro, “è un provvedimento importante, frutto dell’impegno del Parlamento europeo, in quanto dà esecuzione al regolamento 1169 del 2011 relativo alle informazioni alimentari ai consumatori, e dimostra, giorno dopo giorno, il ruolo centrale dell’Europa a tutela e garanzia dei cittadini. Un risultato - conclude De Castro - che deve rappresentare un’opportunità per aprire la strada all’etichettatura obbligatoria anche di altri prodotti alimentari”. La nuova etichetta, aggiunge il Ministro De Girolamo, è infatti “un successo che però non rappresenta un punto di arrivo: dobbiamo continuare a mantenere alta l’attenzione, soprattutto a livello comunitario, sull’importanza della tutela dei consumatori”.

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