L’Italia è il primo produttore mondiale di carciofi, e ora il suo genoma del carciofo è stato sequenziato grazie al Cra-Crea che ha partecipato al consorzio internazionale, coordinato dall’Università degli Studi di Torino. L’Ente italiano di ricerca agroalimentare con il suo Centro per la Genomica vegetale, ha contribuito al lavoro di sequenziamento dei geni, in particolare identificandone una specifica categoria, quelli codificanti per microRNA. Si tratta di piccole molecole con funzione regolatrice, presenti sia negli animali che nelle piante, capaci di intervenire in processi fondamentali quali lo sviluppo e la risposta alle malattie ed agli stress abiotici. Nel genoma del carciofo sono stati trovati 73 differenti microRNA, alcuni dei quali presenti in decine o centinaia di copie nel genoma. Un risultato importante appena pubblicato sulla rivista “Scientific Reports”, commenta il Crea, non solo per il mondo della ricerca, ma anche per l’agricoltura.
“La decodifica del genoma - afferma Luigi Cattivelli, direttore del Crea Genomica Vegetale che ha contributo al progetto - è un passo fondamentale per comprendere le basi genetiche dei caratteri di interesse agronomico, come le resistenze alle malattie, ma anche per identificare i geni che controllano le particolari caratteristiche nutrizionali ed organolettiche, molto apprezzate in cucina. Conoscenze che permetteranno di migliorare le varietà coltivate, ma anche di difendere le peculiarità delle varietà più pregiate”. Il prossimo obiettivo sarà il sequenziamento del grano duro e a tal fine il Crea è impegnato con i suoi due Centri di Genomica e di Cerealicoltura, in un consorzio internazionale che comprende, tra i partner italiani, anche Cnr, Università di Bologna ed Enea.
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