Nessun passaporto internazionale di legalità al cosiddetto “Parmesan”: è questo il risultato di una lunga discussione, su richiesta Usa, all'interno del Codex Alimentarius riunito a Roma presso la Fao. Gli Stati Uniti avevano chiesto, infatti, norme tecniche internazionali per la produzione di "Parmesan" al di fuori dei limiti previsti dai disciplinari e senza alcun riferimento al legame territoriale all'origine del progetto. La richiesta era stata oggetto anche di una manifestazione davanti alla Fao da parte di organizzazioni agricole, che chiedevano il rigetto della richiesta statunitense e la tutela internazionale del marchio del Parmigiano Reggiano. "Una nuova importante vittoria è stata conseguita dall'Italia e dall'Unione europea nella difesa delle indicazioni geografiche", è il commento del Ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, che sottolinea come sia stato "scongiurato sul nascere ogni rischio che dal Codex possa emergere un sostegno a tutti coloro che falsificano il Parmigiano Reggiano con il nome abusivo di Parmesan". Secondo la Coldiretti è stata fermata la richiesta del “via libera alle imitazioni''; una richiesta promossa dagli Stati Uniti dove negli ultimi venti anni è quasi raddoppiata la produzione di falso Parmigiano Reggiano. La proposta degli Usa andava respinta con decisione e, di conseguenza, archiviata. E il risultato della riunione del Codex rappresenta una vittoria per il nostro Paese. Se fosse passata la richiesta Usa non solo sarebbe stato un danno economico per i produttori e per i consumatori, ma anche un affossamento del principio di tutela dei prodotti del territorio e di rispetto delle colture alimentari dei popoli.
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