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L’ITALIA VUOLE RIPARTIRE, SENZA SOTTOSTIMARE I PROPRI PUNTI DI FORZA. A PARTIRE DALL’AGRICOLTURA, ASSET STRATEGICO CHE, PER IL FUTURO, DEVE PUNTARE SULLA QUALITÀ SENZA OGM E SUL RECUPERO DELLE TERRE, COME SOSTIENE IL MINISTRO MAURIZIO MARTINA

L’Italia vuole ripartire. E vuole farlo sulla spinta del nuovo Governo e dei nuovi Ministri, senza lasciare nulla al caso, né sottostimare nessuna delle potenzialità del Belpaese. A partire dall’agricoltura, un settore la cui importanza è tornata prepotentemente al centro della scena grazie, soprattutto, alle performance dell’agroalimentare italiano nel mondo. Un successo che ha portato all’attenzione due aspetti fondamentali: da una parte l’unicità e la salubrità delle colture tricolore, da difendere a spada tratta di fronte alla possibilità di un’apertura europea agli Ogm, e quindi ad un’omologazione che certo non servirebbe alla crescita qualitativa del comparto. Dall’altra, l’allarme che riguarda l’abbandono delle terre, perché nonostante indici occupazionali positivi, e una crescita produttiva importante, le terre incolte sono sempre di più, e a raccogliere la sfida sono, per ora, solo tre Regioni, Toscana, Lazio e Liguria, che offrono ai giovani i terreni abbandonati a canoni agevolati.

Sono questi i due argomenti su cui si è focalizzata l’attenzione del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, ospite della trasmissione radiofonica “Si può fare” (su Radio 24), dove ha ribadito che “l’Italia, con la sua vocazione alla qualità e non all’agricoltura estensiva, non può contemplare la produzione transgenica”. Secondo il ministro, tuttavia, “è necessario portare avanti la ricerca pubblica in questa materia, per non perdere posizioni internazionali”. Riguardo alle iniziative di “Banca della terra”, proposte da alcune Regioni, che offrono terreni abbandonati a canoni agevolati, Martina ha aggiunto: “nei prossimi giorni convocheremo le regioni per valutare queste esperienze che sono una delle grandi progettualità che l’Italia può sperimentare. Le terre abbandonate sono uno spreco intollerabile in un momento nel quale per rilanciare la ripresa dobbiamo fare appello a tutte le risorse”.

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