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L’OLIO ITALIANO SULLA VIA DELL’EXPORT, DALLA GERMANIA ALLA FRANCIA, DAL REGNO UNITO ALLA CINA. E CON IL CALDO È GIÀ TEMPO DI “OLIO NUOVO”, CON UNA RACCOLTA ANTICIPATA E BUONA PER QUALITÀ, MA CON CALI IN QUANTITÀ DAL 10 AL 50%, SECONDO LA COLDIRETTI

Non Solo Vino
Export ok per l’extravergine

Anche l’olio extravergine di oliva italiano segue la via dell’export, grazie all’aumento dei consumi in Germania, Francia e Regno Unito. Con l’“oro verde made in Italy” che ha il 74% del mercato tedesco, il 33% di quello francese, e il 55% di quello inglese. A dirlo è Unaprol (Consorzio Olivicolo Italiano), secondo cui la crescita è dovuta anche al piano triennale da 4,5 milioni di euro messo in campo con il contributo dell’Unione Europea e del Ministero delle Politiche agricole. E anche in Cina le cose vanno bene, con l’import dall’Italia passato da 3.110 tonnellate nel 2009 a 6.502 del 2010, con l’Italian che ha una quota di mercato dell’olio importato del 37%, con la Cina che tra gennaio e agosto 2011 avrebbe speso ben 19,26 milioni di dollari nell’olio vergine di oliva italiano (dati Consorzio di Garanzia dell’Olio Extra Vergine di Oliva di Qualità - Ceq). E in Italia, intanto, è già arrivato l’olio nuovo, con l’avvio della molitura reso necessario per la precoce maturazione delle olive favorita da un mese di settembre che si è classificato al secondo posto tra i più caldi dal 1800. e che ha portato ad un calo delle rese tra il 10 e il 50%, ma con una qualità buona. Lo dice la Coldiretti. “Il risultato è che è già possibile in alcune zone cominciare ad assaggiare l’olio nuovo (così si chiama quello in vendita fino a non più di 4 mesi dall’estrazione), che si caratterizza per un gusto spiccato fruttato quasi piccante ed ha una maggiore quantità di sostanze antiossidanti polifenoliche ed a una minore acidità. La dieta mediterranea, della quale l’olio d’oliva è una componente centrale, è da tempo associata a molteplici effetti benefici per la salute, riducendo rischio di infarto e ictus, alcuni tipi di tumore e di demenza. In particolare - precisa la Coldiretti - l’olio novello vanta tutti i benefici dell’olio meno giovane, ma dà un pizzico di salute in più proprio per il sapore pungente che si avverte in gola gustando un buon piatto condito con questo prodotto “fresco”. Ciò dipende - ha reso noto la stessa rivista Nature - da un composto naturale, un antinfiammatorio che impreziosisce ancora di più il biondo condimento. Si tratta dell’oleocantale, sostanza con proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche. La scoperta dell’olocantale (nome che si sta ad indicare che trattasi di un’aldeide (ale), che deriva dall’olio d’oliva (oleo) e che è pungente (canth) si deve al prof. Gary Beauchamp del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia.

L’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva con circa 250 milioni di piante ed una produzione di oltre mezzo milione di tonnellate e può contare su 40 oli extravergine d’oliva: Dop/Igp. Il fatturato del settore è stimato in 2 miliardi di euro con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Il consumo nazionale è - conclude la Coldiretti - di 14 chili a testa.

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