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L’UE DICE STOP AGLI OGM E LE ASSOCIAZIONI IN ITALIA SI DIVIDONO FRA FAVOREVOLI E CONTRARI. FUTURAGRA:“MANCANO I PRESUPPOSTI NECESSARI E RAGIONI SCIENTIFICHE PER ADOTTARE LA CLAUSOLA”. COLDIRETTI: “CLAUSOLA IMPORTANTE PER RIMUOVERE QUALSIASI DUBBIO”

Garantire la sicurezza alimentare e risolvere altri problemi legati all’agricoltura. Sono questi i punti all’ordine del giorno in quasi tutte le nazioni e in quest’ambito si fa spazio il dibattito, sempre più acceso, sugli organismi geneticamente modificati. Proprio in questi giorni la Commissione europea ha deciso di congelare le autorizzazioni di nuove colture Ogm fino alla fine del suo mandato, ossia fino a metà del 2014, e di ricercare un regolamento in materia negoziato con gli Stati membri. Una decisione alla quale ha fatto seguito la richiesta del ministro per le Politiche Agricole, Mario Catania, al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini di guardare concretamente a una prospettiva di clausola di salvaguardia per la coltivazione di Ogm in Italia.

L’associazione culturale Futuragra condanna la proposta del ministro Catania. Secondo Duilio Campagnolo, presidente di Futuragra, “mancano infatti tutti i presupposti necessari e le ragioni scientifiche per adottare una simile clausola, che può essere invocata solo a fronte di rischi provati per la salute e per l’ambiente. Gli studi condotti fino a oggi non hanno prodotto alcuna evidenza scientifica che possa consentire l’applicazione di questo strumento”.

Diversa è invece la posizione della Coldiretti secondo cui, l’attivazione della clausola di salvaguardia è importante al fine, spiega Sergio Marini, presidente della Coldiretti, “di rimuovere qualsiasi dubbio e preoccupazione circa gli effetti pregiudizievoli che potrebbero discendere da un’eventuale ed illecita semina di varietà Ogm. Il ricorso a tale clausola - ricorda Marini - è già stato richiesto in più occasioni dalle amministrazioni regionali ed è uno strumento esercitato da alcuni Stati membri dell’Ue in relazione a nuove evidenze scientifiche che evidenziano l’impatto degli Ogm anche su aspetti diversi da quelli economici”. Non va dimenticato, conclude la Coldiretti, che sulla base dell’indagine Coldiretti-Swg, relativa ad ottobre 2012, quasi sette italiani su dieci considerano oggi gli organismi geneticamente modificati meno salutari di quelli tradizionali.

Un chiaro no alla coltivazione di Ogm sul territorio nazionale arriva anche dalla “Task force per un’Italia libera dagli Ogm”, composta da circa trenta fra associazioni ambientaliste, di consumatori e associazioni agricole di categoria. In particolare la Task force anti-Ogm chiede a tutti i partiti e candidati impegnati nella consultazione elettorale di esprimersi in merito alla adozione, entro sessanta giorni dalla data di formazione del Governo, della clausola di salvaguardia da notificarsi alla Commissione europea, su iniziativa dei ministri delle Politiche agricole, alimentari e forestali, della Salute, dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Obiettivo, vietare ogni forma di coltivazione di Ogm autorizzati a livello europeo (mais Mon-810 e patata Amflora) a tutela della sicurezza del modello economico e sociale di sviluppo dell’agroalimentare italiano. I rischi degli Ogm per la salute, dunque, sono ancora da accertare ma il rapporto sui rischi sanitari e ambientali delle innovazioni tecnologiche messo a punto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (Eea, European environment agency) spiega che i raccolti da organismi geneticamente modificati sono pensati per monocolture a elevato input idrico ed energetico: sono altamente produttive, ma largamente insostenibili per la dipendenza da fonti non rinnovabili.

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