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L’UE TUTELA LA QUALITA’ DELL’OLIO: IMPORTANTE DECISIONE PER L’ETICHETTATURA SICURA

Una etichettatura chiara che renda trasparente l’origine e il luogo di trasformazione del prodotto. E ancora, potrà essere definito “naturale” solo l’olio extravergine di oliva. L’Unione europea ha finalmente posto fine alla guerra dell’olio d’oliva che andava avanti ormai da alcuni anni, sostenendo le tesi di quanti chiedevano maggiori garanzie ai consumatori e a quei produttori che mettevano in commercio olio extravergine d’oliva ottenuto con olive italiane, prima fra tutti la Coldiretti. Il Consiglio dei Ministri dell’Agrcioltura dell’Unione Europea ha invitato, infatti, la Commissione a modificare le indicazioni sulla nazionalità degli oli d’oliva vergini. La soluzione individuata prevede che entro il prossimo 31 ottobre sull’etichetta vengano chiaramente indicati l’origine del prodotto e il luogo di spremitura delle olive, quando si tratta di due paesi diversi. E’ salvo quindi l’olio d’oliva “made in Italy”, in quando potrà apparire sull’etichetta solo se la produzione e la spremitura saranno entrambe avvenute in Italia Accolte, quindi, le richieste degli imprenditori italiani di garantire i consumatori sull’acquisto dell’olio extravergine di oliva. Una battaglia che ha visto da subito la Coldiretti schierata nella difesa delle produzioni “made in Italy”. La decisione comunitaria riguarda da vicino tutte le aree dove ci sono le Dop: “si tratta - commentano in Coldiretti - di un passaggio fondamentale. Uno stop per quanti, in questi anni, hanno fondato successi commerciali giocando sulla cattiva informazione ai consumatori. D’ora in poi potrà essere venduto come olio extravergine di oliva “made in Italy” solo quello ottenuto da olive italiane. Quella dell’Unione Europea è una decisione importante che non può che aiutare il mercato e i nostri produttori”.


SCHEDA: LA GUERRA DELL’OLIO DI QUALITA’
Nel mese di luglio 1998 viene approvata la legge italiana: “disposizioni per l’etichettatura d’origine dell’olio extra vergine di oliva, dell’olio d’oliva vergine e dell’olio d’oliva” (legge 313/98), che si propone di evitare che un olio non italiano possa fregiarsi della dicitura “made in Italy”. Il 30 settembre 1998 la Commissione avvia una procedura d’infrazione contro l’Italia. Il 22 dicembre 1998 viene adottato il regolamento comunitario 2815 che individua nel luogo di molitura delle olive l’origine dell’olio d’oliva extravergine e vergine. Nel marzo 1999, il governo italiano presenta un ricorso dinnanzi alla Corte di Giustizia delle Comunità europee. Nel dicembre 2000 la Corte respinge il ricorso italiano. Il 3 dicembre 2000, centinaia di migliaia di italiani nelle 100 piazze di 100 città firmano con la Coldiretti il “patto con il consumatore” nella giornata “Campagna Amica” anche per arrivare ad offrire prodotti alimentari con una etichettatura trasparente; Il Parlamento europeo, il 17 maggio 2001, nell’adottare il parere sulla relazione della Commissione e sulla proposta di proroga dell’OCM attuale afferma che “La scadenza del regolamento (CE) n. 2815/98 della Commissione del 22 dicembre 1998 relativo alle norme commerciali dell’olio di oliva in novembre 2001, impegna la Commissione a quella data, a rivedere il suddetto regolamento ed in particolare a stabilire quale luogo di origine quello di produzione delle olive.” Il Consiglio dei Ministri Agricoli dell’Unione Europea del 19 giugno 2001 ha raggiunto un accordo, da formalizzare al Comitato di gestione, che prevede che entro il prossimo 31 ottobre sull’etichetta venga riportata chiaramente l’origine del prodotto e il luogo di spremitura delle olive quando si tratta di due Paesi diversi.
Fonte: Coldiretti

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