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La birra artigianale ha una sua definizione giuridica: è quella prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione, come si legge nel collegato Agricoltura

Con l’adozione del collegato Agricoltura alla Camera dei Deputati, sono state introdotte diverse novità, tra cui la più rilevante in campo agroalimentare riguarda i piccoli produttori di birra artigianale, che adesso ha una sua definizione giuridica, che permetterà di distinguerla e valorizzarla sui mercati, anche attraverso politiche che incentiveranno la qualità del luppolo.
“Dalle audizioni in commissione - spiega il presidente della Commissione Agricoltura, Luca Sani - è emersa chiaramente la necessità di delimitare il perimetro giuridico entro il quale far rientrare le produzioni di nicchia dei birrifici artigianali, che stanno avendo un rilevante successo di mercato, così da distinguerle da quelle dei birrifici industriali”.
Del resto, come ricorda ancora Sani, “fino ad oggi esisteva solo la definizione generica di “birra cruda”, e questo penalizzava i piccoli produttori che utilizzando metodi artigianali. Con l’articolo 4-bis del provvedimento, si definisce birra artigianale la “birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione”. Ai fini del corretto inquadramento dei produttori “si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi”.
Al successivo Art 25 sexies, inoltre, nel rispetto della normativa europea sulla concorrenza, si prevedono risorse per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione, trasformazione e commercializzazione nel settore del luppolo e dei suoi derivati. Dando priorità al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo per la produzione e per i processi di prima trasformazione del luppolo, per la ricostituzione del patrimonio genetico del luppolo e per l’individuazione di corretti processi di meccanizzazione. “Queste novità - conclude Luca Sani - danno finalmente ai produttori dei punti di riferimento stabili, e creano i presupposti per lo sviluppo sistematico della filiera nazionale della birra artigianale, che è oramai un vero e proprio fenomeno di mercato”.

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