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“LA BUROCRAZIA IN ITALIA È UNA VERA IATTURA, CI DOMANDIAMO SE VALE LA PENA RESTARE”. COSÌ VINCENZO MATALUNI, AD OLEIFICI MATALUNI, LA MULTINAZIONE CHE HA RIPORTATO L’OLIO DANTE IN ITALIA. BANCA MONDIALE: ITALIA N. 73 PER AGILITÀ DEL FARE IMPRESA

“La burocrazia in Italia è una vera iattura, ci domandiamo se vale la pena restare in questo Paese. Nel nostro caso siamo vittime di una burocrazia troppo zelante del Comune di Montesarchio che preferisce difendere un rigagnolo d’acqua che favorire lo sviluppo industriale e l’occupazione”.
Così Vincenzo Mataluni, amministratore delegato degli Oleifici Mataluni, multinazionale dell’olio localizzata a Montesarchio (Benevento), che ha riportato dopo 24 anni il marchio Dante in Italia, commenta il rapporto della Banca Mondiale che rileva come nel complesso le tasse per le imprese italiane ammontano al 68,3% dei profitti e che in un anno si devono prevedere 15 pagamenti, per un totale di 269 ore dedicate agli adempimenti, e per questo il Belpaese si piazza solo al posto n. 73 nella classifica sull’agilità di fare impresa, dietro a tutti i principali partner europei.

“In sintesi - spiega Vincenzo Mataluni - l’esistenza di un surrettizio vincolo fluviale su un minuscolo fosso di scolo delle acque, così come il vincolo paesaggistico di altezza massima dei fabbricati industriali, interpretati dalla peggiore specie di burocrati, non hanno consentito di porre in essere alcun ampliamento del sito produttivo esistente, facendo protrarre, di anno in anno, l’esecuzione di un piano di sviluppo aziendale, foriero di positive ricadute economiche e nuova occupazione. L’ultima vicenda, poi - aggiunge Mataluni - riguarda la realizzazione di un modernissimo impianto di trigenerazione di energia, in grado di produrre energia elettrica, vapore ed aria fredda dalla combustione di gas metano, tutto al servizio di un più complesso e moderno impianto di raffinazione degli oli, realizzato dall’azienda ed in attesa di entrare in funzione. L’azienda ha avviato le pratiche per l’autorizzazione nel marzo 2009 e, dopo 4 anni, si trova ancora ad essere vittima di cavilli burocratesi. E dire che un medesimo impianto di trigenerazione, realizzato da un’altra azienda della provincia, grazie al comprovato grado di innovazione tecnologica, ha fatto conseguire un premio da parte di Legambiente. Noi desideriamo un premio che in apparenza è molto più semplice e accessibile - conclude Mataluni - quello di uscire dalla morsa opprimente di un territorio presidiato da dissennati burocrati”.

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