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LA CASSAZIONE CONFERMA: LA LEGGE ANTI-FRODI CHE PERMETTE DI PERSEGUIRE PENALMENTE CHI VENDE ALIMENTI “GUASTI” O SCADUTI NON È SCALFITA DAL “TAGLIALEGGI”

Pericolo scampato: la legge anti-frodi e sui cibi adulterati è salva. Lo dice una sentenza della Corte di Cassazione di ieri, che ha riconfermato la legge del 1962 sugli alimenti, che permette a Carabinieri e a magistrati di indagare sulla vendita di cibi adulterati o su fenomeni come le “mozzarelle blu”. La notizia arriva giudiziari torinesi, dove era stato lanciato l’allarme sul rischio che centinaia di processi venissero di fatto cancellati per effetto delle disposizioni “taglialeggi” del Ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli.

“Sono entusiasta”, ha detto il procuratore Raffaele Guariniello, che ha già preso contatto con il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio.

La Suprema Corte - con una decisione di cui non si conoscono ancora i dettagli - ha ribaltato una precedente sentenza dello scorso febbraio che, di fatto, confermava l’annullamento della legge.

A pronunciarsi è stata la terza sezione della Suprema Corte. La questione è considerata di tale importanza che la Cassazione, prima ancora di depositare le motivazioni, ha diramato una “informazione provvisoria” in cui annuncia il senso della decisione.

“La disciplina in tema di tutela degli alimenti contenuta nella legge n.283 del 1962 - è scritto - non rientra fra quelle abrogate dalla legge n.246 del 2005 (la cosiddetta “taglialeggi”) e relativi decreti attuativi”.

La norma permette di perseguire penalmente chi vende alimenti guasti, scaduti o mal conservati. L’orientamento dei tribunali, sulla base della precedente sentenza della Cassazione, era di assolvere gli imputati: il Tribunale di Benevento, per esempio, a dicembre si era espresso per un’assoluzione “perché il fatto non è più previsto come reato”, mentre a Torino erano stati disposti dei rinvii tecnici in attesa che la situazione si chiarisse.

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