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LA COMPETITIVITÀ DI UN PAESE PASSA PER L’AGRICOLTURA. LO DIMOSTRA LA FRANCIA, DOVE IL GOVERNO HA VARATO UN FINANZIAMENTO DESTINATO A PROGETTI DI INNOVAZIONE E RICERCA, REALIZZATI DAI “POLI DI COMPETITIVITÀ”, DOVE PUBBLICO E PRIVATI LAVORANO INSIEME

Ci sono Paesi che investono sulla competitività, anche in tempi di crisi. Come la Francia, il cui Ministero dell’Economia ha appena stanziato 76 milioni di euro per agricoltura, energia, ambiente e nuove tecnologie. Già, perché per i cugini d’Oltralpe la competitività del sistema-paese passa anche dall’agricoltura, dai progetti centrati sull’agroalimentare e dalla ricerca nel settore. Il finanziamento non è generico, ma mirato a progetti specifici. E non va alle singole imprese. La politica industriale della Francia, dal 2004, si basa su “poli di competitività”, cioè centri sinergici in cui operano insieme gruppi di imprese, centri di ricerca ed enti di formazione, condividendo la strategia di sviluppo, per delineare progetti innovativi e competitivi sul mercato mondiale. “Il numero, la varietà e la qualità dei progetti scelti, indicano quanto è forte l’impulso di innovazione generato dai poli di competitività”, dicono al Ministero francese. “Questi progetti comprendono innovazioni che consentiranno alle aziende interessate di ottenere posizioni di leadership sul mercato”.

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