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“LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA HA LA PIÙ GRANDE “CATENA” DI RISTORANTI D’ITALIA, CON 5.000 LOCALI E 1 MILIARDO DI FATTURATO”, DICE LA FIPE NEI 20 ANNI DALLA STRAGE DI CAPACI. MA L’AGRICOLTURA NELLE TERRE CONFISCATE DIVENTA SIMBOLO DI LEGALITÀ

Nel giorno in cui l’Italia ricorda i 20 anni dalla strage di Capaci in cui perse la vita uno dei paladini della lotta alla mafia, Giovanni Falcone, impossibile non pensare anche a chi combatte ancora oggi la criminalità organizzata attraverso l’agricoltura. Perché se è vero, come ricorda Fipe - Confcommercio, che “la holding criminale della ristorazione è la più grande catena di ristoranti in Italia, conta almeno 5.000 locali, 16.000 addetti, e fattura più di un miliardo di euro l’anno”, è altrettanto vero che esistono esperienze come quella di Libera Terra (la più importante, ma non l’unica, www.liberaterra.it), il progetto fondato da Don Luigi Ciotti, le cui cooperative gestiscono terreni confiscati alle cosche da cui nascono prodotti eccellenti, dal vino alla pasta e tanti altri. Prodotti che hanno un significato etico potentissimo, al di là delle loro qualità, per merito dei produttori e di tutti quelli che, da chi mette in campo idee e risorse al consumatore finale, valorizzano esperienze simili e riconoscono all’agricoltura il grande valore sociale che ha. Anche come strumento di lotta alla criminalità organizzata.

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