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LA CRISI CREA STRESS? BASTA UN BICCHIERE DI LATTE E TORNA IL RELAX. “LE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE SPINGONO A RIVALORIZZARE GLI ALIMENTI TRADIZIONALI COME IL LATTE, CHE MIGLIORANO L’UMORE E FAVORISCONO IL RELAX”. A DIRLO ENRICO FINZI, RICERCATORE SOCIALE

La crisi crea stress? Basta un bicchiere di latte e torna il relax. Lo consumano oltre 83 adulti su 100: 36,2 milioni di italiani tra i 15 e i 70 anni che alla tazza di latte caldo o al bicchiere di latte freddo non rinunciano per nulla al mondo (dati Assolatte). Oltre metà dei consumatori, inoltre, beve latte ogni giorno, anche più volte nell’arco delle 24 ore. Un altro 13% lo consuma da 3 a 6 volte a settimana e un 10% 1-2 volte a settimana.
“La crisi ne ha fatto maggiormente percepire i vantaggi in termini di benessere e salute - sottolinea il sociologo Enrico Finzi di Astra Ricerche - il suo essere indispensabile, il suo potere rasserenante e distensivo, il piacere sano e naturale che offre. Del resto, le difficoltà socio-economiche, avvertite dal 71% della popolazione, e la depressione psico-culturale, propria del 60%, hanno spinto e spingono a rivalorizzare gli alimenti tradizionali, “ricchi” e buoni, che migliorano l’umore e favoriscono il relax, e che sono economicamente accessibili. Il latte - continua Finzi - è uno dei prodotti alimentari che rimane irrinunciabile anche nella crisi infatti, rispetto alla precedente indagine del 2011, i consumatori sono diminuiti solo dell’1,4%, attestandosi all’83,1% e rimanendo comunque al di sopra dell’82% registrato nel 2006. In contemporanea, poi, nell’ultimo biennio è cresciuta la fascia degli “heavy user” a conferma del fatto che la frequenza di consumo è molto elevata: oggi il 64% della popolazione adulta beve latte tutti i giorni o quasi”.
Al “richiamo” del latte non sanno resistere soprattutto gli ultra 34enni e i residenti in Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia, anche se i fan del latte sono soprattutto tra le donne, i 25-34enni e i 45-54enni, i residenti in Lazio, Abruzzo, Molise e Sardegna.

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