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LA CRISI NON FA SCONTI A NESSUNO E ALL’HARRY’S BAR DI VENEZIA SI VA VERSO UNA RIDUZIONE DELLO STIPENDIO PER I DIPENDENTI E RELATIVA DIMINUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO

All’Harry’s Bar di Venezia calano gli incassi: 40% in meno nel 2008, e gennaio 2009 è stato un mese molto difficile. Così il patron Arrigo Cipriani ha proposto ai 75 dipendenti del più noto ristorante di Venezia una busta paga più leggera, a fronte di una riduzione dell’orario di lavoro.
Una soluzione in linea con quanto Cipriani ha già fatto nei locali di New York e di Londra: “Sì, la trattativa c’e’ - confermano le maestranze del locale di Venezia - ma non è in dirittura d’arrivo”. “Bisogna arrivare ad una riduzione dello stipendio - risponde Cipriani - con una riduzione dell’orario di lavoro, altrimenti non sappiamo come uscirne”. I sindacati temono lo spettro dei licenziamenti. Ma il patron dell’Harry’s è categorico: “ho sempre detto che non voglio perdere alcun posto di lavoro”.
L’Harry’s Bar è uno dei locali più celebrati al mondo: in 80 anni di storia, si sono fermati nei suoi tavoli personaggi come Ernest Hemingway, Truman Capote, Orson Welles, Aristotele Onassis e Maria Callas. Dal 2001 il ristorante fondato da Giuseppe Cipriani è addirittura vincolato dal Ministero dei Beni culturali come “monumento vivente”.
Arrigo Cipriani è un imprenditore attento, e la crisi l’aveva “fiutata” fin dall’inizio. Nell’aprile 2008, con il dollaro sempre più debole per la voragine dei mutui subprime, il titolare dell’Harry’s aveva annunciato lo sconto del 20% agli ospiti americani, pubblicizzando l’iniziativa con tanto di cartello all’ingresso. Nel giugno scorso, con il riaffacciarsi del rischio inflazione, il blasonato locale non aveva provato imbarazzo nell’informare che tagliava il prezzo dei menù del 10%. Ora, con la crisi mondiale e l’emorragia di turisti a Venezia, anche l’Harry’s bar tenta di correre ai ripari, scendendo a trattative con camerieri, chef e barman.
Fonte: Gambero Rosso

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