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LA CUCINA ITALIANA, DELIZIA DEI PALATI DEL MONDO, COLONIZZA ANCHE LE “LINGUE”: IL LESSICO ENOGASTROMICO DEL BELPAESE TRA I PIÙ DIFFUSI ALL’ESTERO INSIEME A QUELLI DI ARTE E MUSICA

La cucina italiana è da sempre tra le più apprezzate del mondo, e sembra aver stuzzicato non i palati di tutto il pianeta con i sui sapori, ma anche le lingue di tanti Paesi con i termini che la raccontano.
L’Accademia della Crusca (www.accademiadellacrusca.it), infatti, ha dato da poco alle stampe il “Dizionario di italianismi in francese, inglese, tedesco”, a cura di Harro Stammerjohann, uno dei massimi specialisti sul tema: insieme a storia, arte, musica, tra gli oltre 7.000 prestiti lessicali diretti del Belpaese all’estero, c’è proprio la cucina nei termini più diffusi passati dall’italiano alle altre lingue europee (inglese, tedesco, francese). E non si tratta solo dei soliti “pizza” (che secondo un sondaggio della società Dante Alighieri è il termine italiano più diffuso all’estero) e “mozzarella”: nel Quattrocento, in Germania, era possibile bere “vernacia wein”, e nell’Inghilterra di Shakespeare ordinare “pane buffetto”.
Già nell’Ottocento, ancora, il mondo anglosassone aveva accolto anche gnocchi, grissino e lasagne, mentre in Francia questo termine è attestato addirittura dalla metà sec. XVI, così come carpaccio. E secondo vari studi, l’elenco potrebbe continuare a lungo con minestrone, ravioli, stracchino, tagliatelle, zabaione, agnolotti, bruschetta, calzoni, cannoli, cassata, fusilli, osso buco, parmigiano, penne, pesto, tortellini, polpettone ecc ...
E, per chiudere questo “menù letterario”, non possono mancare, ovviamente, caffè, espresso e cappuccino!

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