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La Dieta Mediterranea? Ha radici più profonde di quel si immagina, e che risalgono addirittura al periodo tardo repubblicano e imperiale dell’Impero Romano. Così gli studiosi internazionali a Paestum alla “Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico”

La Dieta Mediterranea ha radici ben più profonde di quel che si immagina, e che risalgono addirittura al periodo tardo repubblicano e imperiale dell’Impero romano. Emerge dalla “Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico” n. 18 (www.borsaturismoarcheologico.it), che si è chiuso a Paestum (Salerno) il 1 novembre, nel convegno “Cibo e approvvigionamento a Roma, in Italia e nell’impero”, al quale sono intervenuti importanti studiosi della cultura romana, come Christopher Smith, presidente dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia dell’Arte in Roma e direttore della British School at Rome, Kristian Goransonn, direttore dello Svenska Institutet in Rom, e Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Paestum.
“La dieta dei romani era ricca di cereali, tra cui il grano e il farro, molta frutta come l’uva e il melograno, ma anche di proteine animali provenienti da suini, bovini e pesce - ha spiegato il professore Christopher Smith - vista l’estensione dell’Impero e l’enorme richiesta di derrate alimentari della capitale Roma, furono costruite infrastrutture via terra e via mare imponenti, tra cui strade e porti di grande importanza strategica, come quello di Ostia, snodo cruciale dei traffici marittimi e vero gioiello dell’ingegneria marittima dell’epoca”.

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