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8 MARZO

“La disparità di genere è una delle principali cause della fame e della povertà”

Azione contro la Fame presenta, per la Festa della Donna, il suo bilancio su problemi alimentari e gender gap, con 8 punti per cambiare le cose
AZIONE CONTRO LA FAME, disparità di genere, DONNE, FAME, Non Solo Vino
Azione contro la Fame sottolinea il crescente divario nutrizionale di genere

Come ogni anno, l’8 marzo è dedicato a tutte le donne, ma non è soltanto un giorno di festa, quanto una giornata in cui, oltre alla celebrazione dei passi avanti che sono stati fatti fino ad oggi, si riflette su tutto il percorso che ancora ci rimane da fare, verso il rispetto e la parità di genere. Ed è in virtù di questo che Azione contro la Fame, associazione impegnata da più di 40 anni nella lotta alla fame ed operante in più di 55 Paesi, presenta, attraverso il rapporto sul “gender nutrition gap”, i numeri della disparità di genere nell’accesso al cibo, con un programma basato su 8 punti per cominciare a cambiare le cose. Tra il 2009 e il 2021, il divario nell’insicurezza alimentare è raddoppiato; inoltre, in 12 Paesi colpiti dalla crisi alimentare globale, il numero stimato di donne e bambine acutamente malnutrite e donne incinte e in allattamento è aumentato del 25% tra il 2020 e il 2022. Secondo i dati delle Nazioni Unite (“The State of Food Security and Nutrition in the World”), infatti, le donne e le bambine che soffrono la fame sono attualmente 150 milioni in più, rispetto agli uomini e ai ragazzi, e più di un miliardo in tutto il mondo soffre di denutrizione, che ha effetti dannosi per tutta la vita. Intervenire è necessario e l’associazione stila  un piano d’intervento prioritario in 8 punti allo scopo di contribuire a colmare il divario nutrizionale di genere.
La disuguaglianza di genere è una delle principali cause della fame e della povertà, secondo Azione contro la Fame, che afferma come per promuovere l’emancipazione economica delle donne e la loro capacità di fornire e sostenere un sostentamento per se stesse e per le loro famiglie sia fondamentale affrontare questa piaga. Per questo motivo, l’adozione di un approccio di genere trasformativo, che preveda il miglioramento dell’accesso delle donne alle informazioni tecniche e alle risorse produttive, nonché il rafforzamento del loro empowerment sociale, è necessaria.
Questo consentirebbe loro di assumere ruoli di leadership nella gestione delle cooperative, delle risorse comunitarie e dei consigli idrici, tradizionalmente dominati dagli uomini. Il divario nutrizionale, che si riflette nella disparità di accesso al cibo e ai servizi, ha un impatto sulla salute e sull’economia di migliaia di donne e ragazze. L’intersecarsi di costumi culturali, ruoli sociali e pratiche discriminatorie contribuisce a questa crisi globale. Le donne e le ragazze sono sovra-rappresentate tra le persone che soffrono di insicurezza alimentare perché spesso vengono loro negati i diritti umani fondamentali, come il diritto alla proprietà della terra, l’accesso a un lavoro dignitoso, all’istruzione e ai servizi sanitari. Non si può combattere la fame o colmare il divario nutrizionale senza agire tenendo conto del genere.
Le otto aree di intervento proposte dal piano di Azione contro la Fame, realizzato a partire da un rapporto che ha realizzato insieme ad altre associazioni, vanno dalla salute materna, neonatale e infantile, attraverso il raddoppio degli interventi nutrizionali all'interno dei servizi di salute materna, all’istruzione, sanità e assistenza sociale, sostenendo le donne e le ragazze all’interno dei sistemi di assistenza sociale, incorporando interventi critici per prevenire, individuare e trattare la malnutrizione, ma anche intervenendo sulle norme sociali, attuando politiche e programmi di trasformazione per affrontare le cause profonde delle disuguaglianze di genere. Oltre a questi tre punti, l’associazione segnala il bisogno di correggere i fallimenti dei sistemi alimentari, attraverso l’educazione all'importanza di una dieta sana e proteggere i consumatori da pratiche di marketing dannose attraverso la regolamentazione, passando attraverso l’ampliamento delle funzioni dei sistemi di protezione sociale per la nutrizione e l'emancipazione economica di donne e ragazze, ma anche dando priorità alla nutrizione di donne e bambine nelle risposte alle crisi umanitarie, e prestando maggiore attenzione all’economia della cura non retribuita, riconoscendo, riducendo e ridistribuendo adeguatamente il lavoro di cura e domestico non retribuito. Ultimo punto, infine, è quello dati e accountability. Secondo Azione contro la Fame, infatti, sono da colmare le vaste lacune nei dati sull’alimentazione delle donne e delle bambine, investendo in sistemi di raccolta regolare di dati per migliorare la trasparenza, il processo decisionale, le azioni e l’accountability per l’alimentazione di donne e bambine.

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