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DOP E IG ITALIANE

La #DopEconomy supera i 15 miliardi di euro nel 2017. Il Veneto, con il Prosecco, Regione più ricca

Presentato, a Roma, il Rapporto Ismea-Qualivita 2018. Cibo e vino star del web: 64 milioni di utenti globali coinvolti in un anno

La #DopEconomy non solo continua a crescere sui mercati mondiali, superando nel 2017 per la prima volta i 15,2 miliardi di euro a valore alla produzione (+2,6% sul 2016), ma è diventata anche una star del web. Su prodotti come Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Grana Padano, per parlare di food, o Prosecco, Chianti e Barolo per il settore wine, piovono milioni di commenti, like e visualizzazioni da utenti di tutto il mondo. Sono 64 milioni gli utenti che hanno condiviso sul web argomenti e foto relativi al cibo a indicazione geografica, con Instagram a totalizzare il maggior numero di menzioni (35%), seguita da Twitter (24%), blog vari (19%) e news in genere (17%) . Americani, britannici e tedeschi i più attivi nelle conversazioni sulle eccellenze alimentari del made in Italy. A rilevare la popolarità sul web del cibo e vino italiano a denominazione d’origine, e a ribadire quindi il suo ruolo di autentico ambasciatore del made in Italy nel mondo, è il Rapporto 2018 Ismea - Qualivita sulle produzioni alimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg presentato oggi a Roma, che sottolinea i passi da gigante compiuti dalle Ig italiane, non solo in ambito economico ma nella conoscenza e apprezzamento presso i consumatori mondiali, sempre più affamati di made in Italy a tavola.
“Questo lavoro sulle menzioni online che hanno interessato le Ig è stato uno sforzo importante - ha sottolineato il direttore generale di Qualivita, Mauro Rosati, che, assieme al direttore generale Ismea, Raffaele Borriello, ha illustrato i dati del rapporto - ma era un lavoro che andava proprio fatto visto che sempre più i mercati sono conversazioni on line. Già nel nostro rapporto 2010 raccomandavamo ai consorzi di avere una strategia sul Web 2.0. E l’impegno c’è stato. Ad oggi, infatti, sugli 822 prodotti Ig sono 501 quelli con un sito ufficiale (nel 2016 erano 412, per una crescita del 22%), mentre 420 hanno almeno un profilo social (contro i 268 del 2016, per un +60%)”.
Alla luce della potente leva promozionale e di conoscenza del made in Italy rappresentata dal web, Rosati ha lanciato una proposta, indirizzandola al ministro Centinaio, di indire gli Stati generali digitali del made in Italy, “per discutere e fare il punto su come organizzarci sulla rete per essere più performanti”. compresa la Blockchain, sempre più caldeggiata e anche imposta dai grandi distributori ai loro fornitori, ma in Italia già una realtà con i vari dati di tracciabilità disposti dal Mipaaft e altri Enti di controllo, “c’è solo da organizzarla e digitalizzarla al meglio per offrire i dati al completo al consumatore”.
Importante la crescita economica raggiunta dalle Indicazioni Geografiche, che se nel 2013 fatturavano infatti 5 miliardi, oggi superano i 15 miliardi, e dai 578 prodotti registrati a livello europeo si è arrivati a 822 su 3.036 totali nel mondo. Nel 2018 l’elenco si è allungato con la Pitina Igp (Friuli Venezia Giulia), il marrone di Serino Igp (Campania), la Lucanica di Piceno Igp (Basilicata) e il Cioccolato di Modica Igp (Sicilia), primo cioccolato a indicazione geografica nel mondo. L’export vola intanto a nuovi record, con il vino sempre sugli scudi: se il valore all’export del food Dop Igp Stg è di 3,5 miliardi, per una crescita del 3,5% sul 2016, quello del vino Dop e Igp nazionale è ancora più performante e raggiunge i 5,26 miliardi, per una crescita del 5,8% sul 2016. Grandi numeri anche sul valore alla produzione, con il settore food che sfiora i 7 miliardi (+3,3% sul 2016) ed il vino gli 8,3 miliardi (+2%).
“I dati del 2017 dimostrano come anche quest’anno le nostre DO abbiano avuto un incremento export del 6% in valore, creando un nuovo record storico per tutto il settore del vino - ha sottolineato Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc - ed i Consorzi, dopo aver proposto al consumatore il racconto del territorio, della tradizione e dei sistemi di controlli, ora sono impegnati in un passaggio successivo, che è quello di informare il consumatore sulle varie politiche di sostenibilità intraprese dal settore. Il concetto di sostenibilità - ha sottolineato ancora Ricci Curbastro - non comprende solo il lato ambientale, ma anche quello economico e sociale, basti pensare all’importanza della lotta al lavoro nero nei campi, che danneggia l’immagine di tutto il made in Italy agroalimentare. I costi legati alla sostenibilità - ha aggiunto Ricci Curbastro - sono più mentali che economici: un costo sicuramente c’è, ma sarà ampiamente ripagato dal mercato”.
Per valore alla produzione, Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Prosciutto di Parma occupano, nell’ordine, il podio dei primi 15 prodotti Dop e Igp nel food, mentre nel vino comanda il Prosecco, seguito dal Conegliano Valdobbiadene-Prosecco e dal Delle Venezie Igp. Ma si dimostrano molto vivaci e in crescita realtà come Terre Siciliane Igp (al quinto posto, dietro l’Asti Dop, con una crescita del 29,9% sul 2016), Amarone della Valpolicella (sesto posto, +23,4%), Alto Adige Dop (settimo posto, +22,3%) e Valpolicella Ripasso (decimo posto, +35,9%). Gran Balzo del valore allo sfuso anche per il Brunello di Montalcino Dop (tredicesimo posto, +18,3%).
Nel Nord Italia continuano a concentrasi i distretti più rilevanti economicamente nel settore Ig, tanto che classifica vede al primo posto il Veneto, seguito da Emilia Romagna e Piemonte, che insieme valgono il 60% del valore totale dei prodotti a indicazione geografica. Ma crescono anche le regioni del Sud, e la Campania si posiziona al terzo posto per impatto economico del food, segnando una crescita del 7,1%, mentre la Sicilia fa suo il quarto posto nella classifica del vino, con un balzo del 30,3%. Parma, infine, è la provincia più “ricca” grazie alle sue eccellenze alimentari. Nel food svetta sulle altre città di Emilia-Romagna e Lombardia (ma nella top ten ci sono anche Udine, Caserta e Bolzano). Nel vino trainano Verona e Treviso, seguite da Cuneo, Vicenza e Siena. Messina, Lecce e Palermo sono le sole città del Sud tra le prime venti.

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