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La fantasia al ristorante travalica i confini dei fornelli, e si trasferisce sul piatto con presentazioni ai limiti dell’assurdo: in Inghilterra nasce così, sui social, “We Want Plates”, il movimento per il ritorno dei “normali” piatti di porcellana

La fantasia in cucina, a volte, travalica i confini dei fornelli, e si trasferisce sul piatto, con cuochi abbastanza bizzarri da proporre, nel proprio locale, presentazioni sempre più al limite. Dalla moda del bicchiere a quella dei barattoli da conserva, fino a scelte decisamente fuori luogo, capaci di sfociare, tra kitsch e provocazione, nel cattivo gusto di una totale, quanto ingiustificata, assenza di piatti da portata degni di questo nome.
Ne sanno qualcosa in Inghilterra dove, tra salsicce servite dentro a teschi di ceramica, fritture di pesce accolte da zoccoli di legno olandesi, fish & chips adagiati sopra a tegole e pancetta croccante stesa su un filo come biancheria appena uscita dalla lavatrice, solo per citare gli esempi più assurdi, è nato, spontaneamente su social e web, un vero e proprio movimento di consumatori esausti da tanta, non richiesta, fantasia.
Si chiama “We Want Plates” (www.wewantplates.com), su Facebook ha 27.000 “mi piace” e su Twitter ben 76.200 follower, che hanno garantito al movimento una certa eco mediatica, e che postano ogni giorno i piatti più improbabili, chiedendo, molto semplicemente, il ritorno dei semplici piatti di porcellana per il cibo, e dei bicchieri per le bevande: una richiesta ai limiti dell’assurdo di questi tempi ...

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