La fiamma olimpica non si spegne mai, e a Londra partono oggi i Giochi Paralimpici: ma l’impegno economico e sociale messo in campo, avrà avuto l’atteso ritorno per le casse pubbliche e private? E soprattutto, come sono andati gli affari, durante il periodo olimpico, per il wine & food italiano della City? Nonostante il “disastroso -40%” raccontato dal magazine britannico Decanter, a WineNews gli alfieri della cucina tricolore si sono dimostrati ben più ottimisti. “Per noi è andata benissimo, pur lavorando meno a pranzo - spiega lo chef De Agostinis del “The Lanesborough” di Heinz Beck - a cena abbiamo registrato sempre il tutto esaurito”. E non si lamenta neanche la “Locanda Locatelli”, che non ha “subito nessuna flessione, anche se il tanto atteso boom non c’è stato”. Stessa musica al Murano di Angela Hartnett, dove “non c’è stato nessun tracollo, ma una prima metà di agosto come tutti gli anni”. Ma se i ristoranti sorridono, “Vini Italiani”, l’enoteca di riferimento per chi ama le etichette tricolori, ha subito un “vero e proprio tracollo: i nostri clienti abituali - racconta il titolare - hanno preferito anticipare le ferie ed eludere la confusione, mentre i turisti olimpici non sono proprio il nostro target.”
Insomma, l’analisi di Decanter, per i ristoranti italiani a Londra, non vale, ma, d’altro canto, il quadro che emerge è di una città spaccata in due: se di giorno i milioni di turisti giunti per le Olimpiadi non hanno creato alcun problema di mobilità (e non hanno portato, di conseguenza, alcun vantaggio al commercio cittadino), riversandosi nella cittadella olimpica, la sera, al contrario, hanno riempito i ristoranti (almeno quelli italiani). C’è poi un altro aspetto che non ha certo favorito gli affari: l’attesa dell’“invasione”, con il conseguente aumento dei prezzi di alberghi e voli aerei, ha tenuto lontani tanti di quei milioni di turisti che ogni anno, ad agosto, si riversano nei pub, nei locali e nei ristoranti della City, deprimendo così gli affari dei commercianti cittadini.
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