Da un lato la Fipe/Confcommercio, in audizione al Senato, a chiedere una riforma di tutto il sistema dei ristori in vista della conversione in legge del Dl Sostegno. Dall’altro, in piazza, con tanto di cariche della Polizia, i ristoratori del Movimento #IoApro, in una protesta molto forte. Due facce diverse per modalità e portata, di una stessa medaglia, però, che è quella di una ristorazione italiana che, da un anno, non lavora, a parte una breve partentesi estiva, che ha ricevuto ristori irrisori rispetto alle reali perdite, e che ora chiede un cambio di passo e soprattutto di poter tornare a lavorare rispettando le misure di sicurezza, che non possono più essere le chiusure tout court.
“I contributi a fondo perduto ricevuti tra il 2020 e il 2021 dai titolari di bar e ristoranti sono stati ritenuti poco o per nulla efficaci dall’89,2% degli imprenditori, con 8 titolari su 10 che si sono visti ristorare il 10% di quanto personel 2020. Una bocciatura che non può non essere presa in considerazione nel momento in cui si andranno a definire le modalità di erogazione dei sostegni che verranno distribuiti in seguito al prossimo scostamento di bilancio, annunciato in 20 miliardi di euro. Siamo consapevoli dello sforzo enorme fatto dal precedente Governo per dare risposte ai titolari dei Pubblici esercizi, in una situazione di pandemia, ma non possiamo nasconderci che le misure non sono state minimamente sufficienti. È importante dare aiuti di maggiore intensità a chi ha perso fatturato perché è stato costretto a chiudere” ha detto Roberto Calugi, dg Fipe-Confcommercio, nell’audizione informale davanti alle Commissioni V e VI del Senato, riunite in sessione congiunta in vista della conversione in legge del Dl Sostegni.
I margini di manovra per migliorare il testo, sottolinea realisticamente la Fipe (che il 13 aprile sarà in Assemblea in piazza, a Roma), sono minimi, ma si punta su alcuni correttivi necessari, primo tra tutti quello dei canoni di locazione. Secondo una ricerca dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, solo il 25% degli imprenditori è riuscito a ottenere uno sconto sugli affitti da parte dei proprietari. Da qui la richiesta della Federazione.
“Il canone di locazione pesa per il 10% sul fatturato delle imprese - spiega Calugi - e rappresenta un costo fisso che, in questo momento, è insostenibile. Ecco perché diventa indispensabile disporre la proroga del credito d’imposta al 60% sui canoni di locazione e al 30% sull’affitto d’azienda anche per i mesi da gennaio ad aprile 2021. Una misura già prevista per le strutture turistico ricettive e i tour operator”. In questo caso, dunque, una richiesta contingente, così come quella di abbattere in maniera significativa il canone Rai per i Pubblici Esercizi. “Tra 2020 e 2021 i bar e ristoranti sono rimasti chiusi per 200 giorni - sottolinea Calugi - e, dunque, sarebbe opportuno ridurre il canone Rai non del 30%, come attualmente previsto dal decreto, ma almeno del 50%. Stesso discorso vale per la Tari che andrebbe azzerata o dimezzata, visto che i locali chiusi non hanno usufruito di alcun servizio di raccolta rifiuti”.
Intanto fuori dal Palazzo, però, è dilagata la protesta annunciata dei ristoratori di #IoApro (“Saremo tanti, migliaia. E soltanto in migliaia a Roma, potremo cambiare le cose per far sì che il 7 aprile tutti possano riaprire. Piazza di Spagna ci andava stretta, martedì invadiamo Montecitorio” l’annuncio su Facebook nei giorni scorsi) a cui si è unito anche Vittorio Sgarbi, al grido di “libertà, libertà, come documentato dal sito del “Corriere della Sera”. “C’è un Governo di pazzi che in nome della vostra salute sta facendo il vostro danno - ha detto Sgarbi, sconsigliando ai manifestanti scontri con la Polizia che, invece, si sono verificati - dicono di lavorare per il vostro bene e, invece, fanno solo il vostro male”. E, secondo l’Ansa, che ha documentato i fatti con una fotogallery sarebbe rimasto ferito negli scontri anche un poliziotto.
Tra i protestanti, anche chi si è vestito come Jake Angeli, lo “sciamano” icona dei fatti di Capitol Hill in Usa: “mi sono vestito così perché Jake Angeli ha fatto il giro del mondo, tutti lo hanno visto. Se questo è l’unico modo per farmi sentire, lo faccio”, ha detto, all’Agenzia Adnkronos, Ermes Ferrari, ristoratore modenese in trasferta a Roma, che oggi ha protestato davanti Montecitorio vestito come Jake Angeli, l’attivista di Capitol Hill. “La mia attività - ha aggiunto - già l’ho riaperta dal 15 gennaio. Sono venuto a portare la testimonianza che si può rimanere aperti. Per fare capire quello che tutti noi stiamo passando. Hanno chiuso noi ristoranti, le palestre, i cinema ma i contagi sono sempre gli stessi”, ha concluso.
Tra le voci “pro” manifestazione quella dello chef Antonello Colonna: “la misura è colma. I vari Governi hanno sempre sottovalutato la nostra disperazione, nessuno ci ha mai ascoltato. Non abbiamo un sindacato che ci rappresenta, valiamo meno dei metalmeccanici. La protesta di oggi dinanzi al Parlamento era nell’aria. Forse abbiano aspettato troppo tempo. Noi ristoratori ci siamo sempre comportati in maniera civile, pur non condividendo le decisioni prese dal governo. Delivery, asporto ... non funzionano. E poi l’uscita di quel Ministro in Parlamento: “chi non sa lavorare chiuda!”, una vergogna. I ristori non sono mai arrivati e non vogliamo il reddito di cittadinanza, chiediamo solo di poter lavorare. Lo ripeto, la protesta è arrivata tardi, siamo stati fin troppo civili. Lo Stato non ha saputo gestire la pandemia. Troppe leggi, norme incomprensibili, siamo ristoratori, non avvocati. Dopo aver chiesto di mettere in sicurezza i nostri ristoranti con un aggravio di spesa e di investimenti, il risultato? La chiusura dei nostri locali, la fame per molti di noi”.
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