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LA FORBICE TRA PREZZI AL PRODUTTORE E PREZZI FINALI È ESAGERATA E A FARNE LE SPESE SONO GLI AGRICOLTORI. L’ALLARME ARRIVA DA CONFAGRICOLTURA: “UNA CLEMENTINA HA UN RICARICO ADDIRITTURA DEL 700%. DOBBIAMO SOLLECITARE UN RIEQUILIBRIO DELLA FILIERA”

“I prezzi di frutta e verdura al consumo aumentano ma dei rincari non si avvantaggiano gli agricoltori”. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati provvisori sull’inflazione, da cui emerge il rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari non lavorati (+2,6% a novembre 2011 rispetto allo stesso mese del 2010, a fronte di un’inflazione generale al 3,3%). Un esempio emblematico, secondo Confagricoltura, sono le quotazioni delle clementine: il prezzo di vendita delle clementine al produttore è stato di 0,28 euro/kg, quello all’ingrosso di 1,13 euro/kg e il prezzo finale di vendita è stato mediamente di 1,75 euro/kg quasi sette volte in più (circa il 700%) di quello nelle campagne. La quotazione media delle clementine al consumo, negli ultimi 15 giorni è stata di 1,89 euro/kg.
“Per le imprese agricole - ricorda Confagricoltura - solo a partire da ottobre c’è stato un parziale recupero di redditività, dopo un lungo periodo di riduzioni generalizzate dei prezzi all’origine di frutta e verdura; Resta la forbice tra prezzi al consumo e prezzi finali. Abbiamo sollecitato più volte - conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - un riequilibrio della filiera”.

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