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LA FORTE CONCORRENZA DEL POMODORO CINESE “METTE” IN CRISI IL SAN MARZANO, UNO DEI PRODOTTI PIU’ FAMOSI E PREGIATI DI SICILIA E D’ITALIA: A LANCIARE L’ALLARME E’ LA REGIONE SICILIANA

“Uno dei prodotti che maggiormente sta subendo la concorrenza sleale è il pomodoro San Marzano siciliano, per l’incremento di importazione di pomodori dalla Cina, cresciuta del 272% negli ultimi 10 anni”: a lanciare l’allarme è il vice-presidente della Commissione Affari Istituzionali della Regione Siciliana Vincenzo Vinciullo, che indica, come principale causa della crisi del mercato agricolo, la concorrenza, spesso sleale, innescata dall’arrivo, sempre più massiccio, di prodotti agricoli dall’estero.

“L’agricoltura ha da sempre caratterizzato la vita del Mezzogiorno - aggiunge Vinciullo - influenzandone l’economia e determinandone la crescita o le stasi, e oggi, nonostante la crisi incalzante, continua a rappresentare uno dei settori di traino della nostra economia”. Queste le premesse che hanno determinato l’attivazione di un’azione ispettiva da parte del vice-presidente della Commissione Affari Istituzionali. “Il più delle volte - sottolinea Vinciullo - il prodotto proveniente dalla Cina, non solo risulta essere qualitativamente inferiore a quello italiano, ma rappresenta un rischio concreto per la salute dei consumatori, come è stato più volte accertato dai sequestri avvenuti. Ma quel che è peggio - spiega - è che spesso, il prodotto cinese, una volta trasformato dalle aziende italiane in conserva, finisce per essere spacciato come made in Italy, considerato che la normativa europea impone l’indicazione solamente del luogo di confezionamento del prodotto e non quello di coltivazione”.

Per il vice-presidente della Commissione Affari Istituzionali della Regione Siciliana “un utilizzo così massiccio di prodotto estero, più del 15% di tutta la produzione nazionale, provoca un impazzimento del mercato nazionale, con gravissimi e non riparabili danni alle aziende agricole siciliane”. Secondo Vinciullo occorre quindi adoperarsi per individuare misure capaci di regolare l’ingresso “selvaggio” di prodotti agroalimentari dall’estero e, in particolare, dal continente asiatico per salvaguardare la produzione locale e gli agricoltori siciliani, “applicando - conclude - misure di salvaguardia dei prodotti coltivati in Italia”.

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