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LA FRUTTA FUORI STAGIONE NELLE FESTIVITÀ? NON PROPRIO ECONOMICA. DALLE CILIEGIE (30 EURO AL KG) ALLE ALBICOCCHE (20 EURO AL KG) FINO ALLE PESCHE (15 EURO AL KG) È LUNGA LA LISTA DEI PRODOTTI CON I PREZZI SCHIZZATI ALLE STELLE CON L’ARRIVO DEL NATALE

La frutta fuori stagione nelle festività? Non proprio economica. Dalle ciliegie vendute a 30 euro al chilo alle albicocche che arrivano a 20 euro al chilo fino alle pesche offerte a 15 euro al chilo è lunga la lista dei prodotti con i prezzi schizzati alle stelle con l’arrivo del Natale. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che, “nonostante la crisi sono in molti ad acquistare prodotti ritenuti “snob” che pesano sulle tasche, danneggiano l’economia del made in Italy e concorrono ad inquinare l’ambiente perché trasportati da lontano”.

“Meglio seguire le indicazioni del presidente del Consiglio Mario Monti che - riferisce la Coldiretti - nelle sue dichiarazioni alla camera aveva dichiarato che “quando si acquista un bene o un manufatto prodotto in Italia non solo si sceglie la qualità delle esperienze e delle conoscenze del nostro Paese, ma si contribuisce a tenere in vita aziende e sostenere posti di lavoro sul nostro territorio”. Il consumo durante le feste di fine anno di prodotti fuori stagione provenienti di migliaia di chilometri di distanza è - sottolinea la Coldiretti - una tendenza che concorre a far saltare il budget dei cenoni con prezzi superiori ben oltre le dieci volte quelli di mele, pere, kiwi, uva, arance e clementine Made in Italy e appare del tutto ingiustificata perché si tratta spesso di prodotti poco gustosi e saporiti, essendo stati raccolti ad un grado di maturazione incompleto per poter resistere a viaggi di migliaia di chilometri percorsi su mezzi inquinanti che liberano nell’aria gas ad effetto serra. È stato calcolato che - precisa la Coldiretti - un chilo di albicocche australiane viaggiano per oltre sedici.000 km, bruciano 9,4 chili di petrolio e liberano 29,3 chili di anidride carbonica, un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12.000 chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per più di 11.000 chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica attraverso il trasporto con mezzi aerei. Secondo la Coldiretti la voglia di cambiamento o il bisogno di stupire gli ospiti nei banchetti natalizi o di fine anno possono essere soddisfatte dalla riscoperta dei frutti meno “diffusi”, ma nazionali come cachi e fico d’India o antiche varietà, dalla mela limoncella alla pera madernassa, che valorizzano le tradizioni del territorio e garantiscono un sicuro successo a prezzi contenuti, rimandando alla giusta stagione il consumo di ciliegie, albicocche e pesche. Molto spesso questi prodotti - conclude la Coldiretti - possono essere acquistati nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica presenti nelle piccole e grandi città che garantiscono l’origine locale dei prodotti offerti direttamente dagli agricoltori con il miglior rapporto qualità/prezzo”.

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