Di Osteria Francescana ce n’è una, quella di Modena, tre stelle Michelin e, per ben due volte, in vetta alla mitica “50 Best Restaurants”, meta di pellegrinaggio dei gastronomi da ogni parte del mondo, ma l’universo di Massimo Bottura è decisamente più vasto. E racconta una galassia di collaborazioni e progetti in continua espansione, a partire dall’ambito sociale, dentro cui si muove la Onlus Food for Soul, fondata nel 2016 insieme alla moglie Lara Gilmore, sulla scia del successo del Refettorio Ambrosiano che a Milano, nei giorni dell’Expo 2015, aveva dato da mangiare a migliaia di bisognosi, con un occhio alla lotta agli sprechi alimentari. Oggi, i Refettori sono una realtà che ha ampiamente valicato i confini nazionali, arrivando, con diversi partner locali, a Parigi, Londra (Refettorio Felix), Rio de Janeiro (Refettorio Gastromotiva), Napoli, Bologna, Modena e, presto, con l’accordo firmato nei giorni scorsi con Mini, in Usa, prima a New York, quindi a Chicago, San Francisco e Città del Messico, cullando sempre il sogno di arrivare a Betlemme.
C’è poi, più prosaicamente, l’ambito imprenditoriale, e se chef Bottura, a differenza di tanti illustri colleghi, non pare intenzionato ad aprire filiali o bistrot, c’è comunque un’eccezione, che però non lo vedrà ai fornelli: il “Torno Subito”, aperto ad inizio anno a Dubai, concept, menù ed idee di Bottura, “braccia” di Bernardo Paladini, chef che aveva già affiancato Bottura ad Istanbul, quando per un anno gestì il ristorante aperto in partnership con Eataly. Negli Emirati, però, il progetto è di più ampio respiro, e guarda prima di tutto all’Expo 2020. E poi, c’è la collaborazione con Gucci, che, nel cuore di Firenze, in Piazza della Signoria, ha portato alla nascita, nel 2018, di “Gucci Osteria da Massimo Bottura”. Infine, almeno in ordine di tempo, la collaborazione, annunciata ieri, con Ferrari: lo storico “Il Cavallino”, il ristorante di proprietà della casa di Maranello, proprio di fronte alla sede dell’azienda, sarà gestito proprio da Massimo Bottura, ma solo a partire dalla fine del 2020, in una logica di valorizzazione del brand che passa per un’alleanza con il meglio del made in Italy voluta fortemente da Louis Camilleri, ad di Ferrari che da tanti anni ha fatto di uno dei territori del vino più prestigiosi, quello del Brunello di Montalcino, il suo rifugio, riscoprendosi produttore con “Il Giardinello”, villa & tenuta tra Camigliano e Castelgiocondo. Un’altra “stella” nella galassia dello chef che più di ogni altro ha segnato le sorti della cucina italiana nel mondo in questi ultimi anni.
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