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CULTURA ENOICA

La Georgia del vino rilancia i suoi vitigni autoctoni, con un progetto dal “know how” italiano

Riccardo Cotarella ed il suo team, ed i Vivai Rauscedo, chiamati a lavorare nella “culla della viticoltura mondiale”, da imprese ed Università

Negli ultimi anni la Georgia, considerata storicamente la vera culla della viticoltura mondiale, ha spinto molto sulla promozione e la valorizzazione delle sue peculiarità, della sua storia vinicola, ma anche della sua capacita di essere moderna. E ora, il Paese dell’ex Unione Sovietica, dove si coltiva la vite già dal neolitico, rilancia ancora chiamando in causa l’Italia del vino, con alcuni dei suoi rappresentati più celebri. Ovvero Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, e la sua squadra, ad iniziare da Pier Paolo Chiasso, direttore dello studio “Cotarella & Chiasso”, e la Cooperativa Vivai Rauscedo, eccellenza assoluta nel mondo del vivaismo e delle barbatelle. Pronti ad una nuova sfida, affascinante, grazie alla volontà di due imprenditori georgiani, Bacho Bugdiashvili e Vato Otkhmezuri.
Il progetto consisterà nel dare vita a una nuova sperimentazione sui vitigni tipici del territorio, su tutti il Saperavi e il Rhatsiteli, rispettivamente a bacca bianca e rossa. Ma rientreranno nel progetto anche altre varietà come Kisi, Mtsvane e Khikhvi per le uve bianche, e Alexandrouli, Mugiuretuli e Ojaleshi N per le rosse. Il tutto sarà realizzato anche con la collaborazione dell’Università di Tbilisi.

I nuovi impianti si trovano a 40 km dalla capitale della Georgia, precisamente nella zona di Khashmi (provincia di Sagarejo, regione di Kakheti), dove oltre ai vigneti sta per essere realizzata anche una moderna cantina. La sperimentazione inizierà su 10 ettari già impiantati e a seguire su altri 100 ettari sempre all’interno dell’area su cui si sta costruendo la cantina. Le barbatelle sono state selezionate dalla Cooperativa Vivai Rauscedo.
“Sono onorato ed emozionato per essere stato coinvolto in questo affascinante progetto che mi porta in connessione con la terra madre della viticoltura mondiale, qual è la Georgia e con i suoi protagonisti che sono i produttori”, ha detto Riccardo Cotarella. “In tanti anni di professione mai mi era capitato di cimentarmi in questo meraviglioso Paese. Adesso ho l’opportunità di lavorare partendo dalle origini della vite, una sfida complessa, fatta di ricerca e studio, a suo modo unica e irripetibile. Ma sono certo che, assieme ai miei collaboratori, riusciremo a dare un nuovo impulso al vino georgiano, che è poi quello che ci chiedono di fare innalzando il livello qualitativo dei prodotti. L’obiettivo è proprio quello di dare ai vini e quindi ai vitigni georgiani l’importanza della storia che possono vantare. Ci riusciremo perché il nostro bagaglio di conoscenza, il nostro know how, si sposerà alla perfezione con la passione e l’amore che i georgiani hanno per il vino e per la vitivinicoltura. Si inizierà con una produzione di mezzo milione di bottiglie tra rosso, bianco e spumanti - ha spiegato ancora Cotarella - la nostra prima vendemmia sarà quella del 2024, anche se stiamo già lavorando al progetto per l’impianto delle barbatelle di nuovi vigneti e per la realizzazione della cantina”.

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