Non tutti i distillati sono grappa: la precisazione è d'obbligo e allora per evitare equivoci, ecco qualche piccolo consiglio. La definizione di grappa, che ha visto anche un'importante discussione nei giorni scorsi in Parlamento, è solo per il distillato di vinaccia che viene prodotto in Italia: un diritto storico che l'Unione Europea ha riconosciuto e fissato per legge. Ogni grappa ha poi il suo aroma che è influenzato, oltre che dalla qualità del terreno e dalla scelta delle viti, soprattutto dal clima, dall'andamento della stagione. Ma quel che più conta è la mano del vignaiolo: cioè dalla scelta del momento in cui dare il via alla vendemmia. Una fase che però non sempre coincide per la buona riuscita sia di grappa che di vino. Per cui non è detto che la vinaccia di un ottimo vino garantisca la stessa qualità alla grappa che, invece, richiederebbe un più alto livello di acidità.
Superalcolici in Italia: le quote di mercato
Grappa - 19,4%
Whisky - 15,1%
Brandy - 9,7%
Rum - 5,4%
Gin - 5,4%
Vodka bianca - 3,2%
Tequila - 0,8%
Cognac - 0,7%
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