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UN INVITO COLLETTIVO

La Lectio Doctoralis di Carlo Petrini: “il piacere è un diritto, ma la biodiversità è un dovere”

L’Università di Messina ha conferito al fondatore di Slow Food e dell’Università di Pollenzo il Dottorato Honoris Causa in Scienze Umanistiche
CARLO PETRINI, DOTTORATO HONORIS CAUSA, SCIENZE UMANISTICHE, SLOW FOOD, UNIVERSITÀ DI MESSINA, UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE DI POLLENZO, Non Solo Vino
La Rettrice Giovanna Spatari e Carlo Petrini

“La filosofia è ciò che interroga il senso profondo delle cose e il cibo, oggi più che mai, ha bisogno di essere interrogato. Perciò ricevere questo riconoscimento dall’Università di Messina, in ambito filosofico, ha un significato speciale”. Parola di Carlin Petrini, al quale, oggi, è stato conferito dall’Ateneo siciliano il Dottorato di Ricerca Honoris Causa in “Scienze Umanistiche”. Si tratta dell’ennesimo riconoscimento, premio “alla carriera”, che viene ricevuto dal presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e fondatore Slow Food, l’organizzazione internazionale che fin dalla sua nascita, nel 1989, promuove la biodiversità alimentare, il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità, insieme ad un’educazione alimentare che valorizza la cultura e il diritto al cibo buono, pulito e giusto per tutti. E in occasione della cerimonia di conferimento il dottor Petrini ha tenuto una Lectio Doctoralis sul tema “Il rapporto tra uomo e natura al centro di un nuovo umanesimo”.
“Quando abbiamo dato vita a Slow Food, a Terra Madre e poi all’Università di Scienze Gastronomiche, non avremmo mai immaginato che quella visione potesse crescere tanto - ha affermato - ma ciò che ci ha guidati sin dall’inizio è stato un principio semplice: la gastronomia è, per sua natura, multidisciplinare. Non è solo cucina o nutrizione, ma anche ecologia, agricoltura, antropologia, storia, economia. È un sapere che unisce e connette, perché tutto è connesso. Tra i valori fondamentali che abbiamo cercato di coltivare c’è la biodiversità, oggi minacciata come non mai, e che rappresenta il cuore pulsante della nostra identità alimentare”. Difenderla è un dovere morale, dice Petrini, ma non basta: “dobbiamo riconoscere anche il piacere come diritto: il piacere di mangiare bene, di condividere, di vivere con dignità. È un concetto che può sembrare rivoluzionario, ma è semplicemente umano. In questa fase storica così complessa, credo fortemente nell’urgenza di un dialogo intergenerazionale: occorre camminare fianco a fianco, con rispetto reciproco, accettando anche il diritto all’errore. Perché il futuro si costruisce insieme. E se mi chiedessero quali sono stati i pilastri di questo lungo cammino, risponderei: l’intelligenza affettiva, che è la forza del cuore prima ancora della ragione, e quella che chiamo austera anarchia, la libertà responsabile di fare, ciascuno nel proprio contesto, ciò che è giusto per il bene comune. Questo Dottorato lo vivo non come un punto d’arrivo, ma come un nuovo inizio: un invito collettivo a ripensare il nostro rapporto con il cibo, con la terra e con gli altri. Con gioia, con coscienza e con coraggio”.
A consegnare il riconoscimento è stata la Rettrice dell’Università di Messina, Giovanna Spatari: “il conferimento del Dottorato Honoris Causa in Scienze Umanistiche a Carlo Petrini celebra un uomo che è stato ed è capace di proiettare mirabilmente la cultura agroalimentare nell’agire sociale e nella politica - ha detto - una visione ecologica ed ecosofica che, partita dal cibo, coglie di quest’ultimo la prospettiva eminentemente culturale e declina nuove categorie del rapporto con un ambiente che non può più essere antropocentrato proprio per la sopravvivenza del genere umano”.
Elogi a Petrini anche dal professor Giuseppe Giordano, ordinario di Storia della Filosofia, cui è stata affidata la Laudatio: “accogliamo una personalità che in maniera naturale è divenuto il difensore del pianeta dinanzi alla crisi ambientale che stiamo attraversando - ha spiegato - colui che è stato in grado di dialogare con la politica su temi che essa stessa non riusciva ad affrontare. Slow Food, in breve tempo ha raggiunto un alto livello di internazionalità diffondendo la sua filosofia e rafforzandosi grazie a progetti come Terra Madre e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che, sin dal 2004, forma la figura del gastronomo in grado di coniugare conoscenze e competenze interdisciplinari nell’ambito delle scienze, ma anche della cultura, della politica, dell’economia e dell’ecologia dell’alimentazione. E come dimostra nel saggio “Il gusto di cambiare” scritto a quattro mani con Gaël Giraud, Petrini crede molto nei giovani quali propulsori di cambiamento capaci di comprendere come la gastronomia sia felicità e, allo stesso tempo, forma e strumento di pace”.

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