Si ferma, ancora una volta, ad un soffio dalla perfezione, il “Guy Savoy” di Parigi, confermatissimo al vertice de “La Liste” 2022, la super classifica francese (che torna dopo un anno di stop a causa della pandemia di Covid-19, ndr) che incrocia i giudizi di più di 600 di guide e pubblicazioni e quello di milioni di recensioni online, lanciata nel 2018 in pompa magna dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron in persona, e che che mette in fila i 1.000 ristoranti migliori al mondo, con una particolare attenzione all’Oriente, ma senza perdere di vista l’Occidente, ed ovviamente l’Italia. La tavola del “Guy Savoy” conferma i 99,50 punti delle passate edizioni, ed il primato in solitaria, seguito a distanza ravvicinata da “Le Bernardin” di New York, “La Vague d’Or - Le Cheval Blanc” di Saint-Tropez, il “Martín Berasategui” di Lasarte-Oria (Spagna), il “Restaurant de l’Hôtel de Ville” di Crissier (Svizzera), il “Frantzén” di Stoccolma, “L’Arpège” di Parigi, “L’Auberge du Vieux Puits” di Fontjoncouse (Francia) e lo “Schwarzwaldstube” di Baiersbronn (Germania), con 99 punti. Sul terzo gradino di questo ipotetico podio, con 98,50 punti, ci sono invece due italiani: il “Da Vittorio” dei Fratelli Cerea di Brusaporto (Bergamo) e “Le Calandre” di Raffaele Alajmo di Rubano (Padova).
In tutto, sono ben 65 le tavole del Belpaese presenti nell’edizione 2022 de “La Liste”, a partire dal “Don Alfonso 1890” di Sant’Agata sui Due Golfi di Ernesto Iaccarino, a 97,50 punti (uno in meno dell’edizione 2020), a pari merito con il “Dal Pescatore” di Nadia Santini a Canneto sull’Oglio (Mantova) e con l’“Osteria Francescana” di Massimo Bottura a Modena. Scendendo un altro gradino, a quota 97 punti troviamo “La Trota” di Sandro e Maurizio Serva di Rivodutri (Rieti), seguito, con 96,50 punti, dal “Ristorante La Madia” di Pino Cuttaia a Licata (Agrigento), da “La Pergola” del Rome Cavalieri di Heinz Beck di Roma, dalla “Madonnina del Pescatore” di Moreno Cedroni di Senigallia, da “Caino” di Valeria Piccini a Montemerano (Grosseto) e da “La Peca” di Nicola e Pierluigi Portinari di Lonigo (Vicenza). A 96 punti, il “Duomo” di Ciccio Sultano a Ragusa, “Casa Vissani” di Gianfranco Vissani a Baschi (Terni), il “Miramonti l’Altro” di Philippe Léveillé a Concesio (Brescia), il “St. Hubertus” di Norbert Niederkofler a San Cassiano (Bolzano) e il “Villa Crespi” si Antonino Cannavacciuolo a Orta San Giulio (Novara).
Ed ancora, a 95,50 punti troviamo il Seta di Antonio Guida a Milano e il “San Domenico” di chef Massimiliano Mascia a Imola, a 95 punti il “Piazza Duomo” di chef Enrico Crippa, di proprietà della griffe del Barolo Ceretto ad Alba, il “Reale” di Niko Romito a Castel di Sangro (L’Aquila) e l’“Enoteca Pinchiorri” di Annie Feolde e Giorgio Pinchiorri a Firenze. Con 94,50 punti ci sono il “D’O” di Davide Oldani a Cornaredo (Milano), l’“Enrico Bartolini - Mudec” a Milano dello chef più stellato d’Italia, Enrico Bartolini, l’“Uliassi” di Mauro Uliassi a Senigallia (Ancona) e il “Lorenzo” di chef Gioacchino Pontrelli a Forte dei Marmi. Si scende quindi a 91 punti, per trovare la “Taverna Estia” di Brusciano (Napoli), “Agli Amici” di Udine e “Torre del Saracino” di Gennarino Esposito a Vico Equense (Napoli). Con 89,50 punti c’è “Il Pagliaccio” di Anthony Genovese a Roma, insieme ai “Quattro Passi” di Nerano (Napoli) e al “Romano” di Viareggio (Lucca).
Si scende ancora, a 88,50 punti, dove troviamo il “Laite” di Sappada (Udine) e il “Lido 84” di Riccardo Camanini a Gardone Riviera (Brescia), seguiti con 87,50 punti dal “Piccolo Principe” di Viareggio (Lucca), e con 86,50 punti dal “Danì Maison” di Ischia, dall’“Antica Corona Reale” di Cervere (Cuneo) e da “Bracali” a Ghirlanda (Grosseto). L’“Osteria Cera” di Lughetto (Venezia) e “Casa Perbellini” di Verona si fermano a 85,50 punti, davanti a “Il Luogo di Aimo e Nadia” di Milano (84 punti), al “Piccolo Lago” di Verbania e al “Berton” di Milano (83 punti). E ancora, il “Del Cambio” di Matteo Baronetto a Torino, con 81,50 punti, come il “Villa Feltrinelli” di Gargnano (Brescia), il “Trenkerstube dell’Hotel Castel” di Merano (Bolzano) e “La Madernassa” a Guarene (Cuneo) con 81 punti. A 80,50 punti “La Tana Gourmet” di Asiago (Vicenza), il “Villa Maiella” a Guardiagrele (Chieti) e il “Krèsios” a Telese (Benevento).
A 80 punti il “Terra - Auener Hof” a Sarentino (Bolzano), il “Santa Elisabetta” a Firenze e l’“Harry’s Piccolo” a Trieste. Con 79,50 punti troviamo quindi l’“Atman - Villa Rospigliosi” a Lamporecchio (Pistoia) e il “Contraste” a Milano, seguiti con 79 punti dal “Gourmetstube Einhorn - Hotel Stafler” a Campo di Trens (Bolzano), e con 77 punti dall’“Imàgo - Hotel Hassler” a Roma, dal “Pashà” di Conversano (Bari) e dal “Petit Royal - Grand Hotel Royal e Golf” di Courmayeur. Con 76,50 punti l’“Arnolfo” di Colle Val d’Elsa (Siena), “L’Olivo” di Anacapri (Napoli), il “Bros’” di Lecce, “L’Argine a Vencò” di Antonia Klugmann a Dolegna sul Collio (Gorizia), “da Gorini” a San Piero in Bagno (Forlì-Cesena) e il “Glass Hostaria” di Cristina Bowerman a Roma. Chiude la corposa presenza italiana su “La Liste 2022” il “Wicky’s Innovative Japanese Cuisine” di Milano, con 76 punti.
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