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LA “MALA” ALIMENTAZIONE DILAGA: NEL MONDO CI SONO 1,5 MILIARDI DI OBESI E 868 MILIONI DI DENUTRITI. COSÌ IL BARILLA CENTER FOR FOOD & NUTRITION E PER LA “GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE” (7 APRILE) NASCE IL PRIMO BCFN MAGAZINE SU CULTURA AL CIBO SANO

Un mondo sempre spaccato in due. Da un lato, chi muore e soffre per il troppo cibo; dall’altro chi muore e soffre per la sua mancanza. Una disparità insostenibile. Da un punto di vista etico, prima di tutto. Ma non solo: perché gli effetti delle cattive abitudini alimentari hanno conseguenze sul piano sanitario, sociale e economico. I dati parlano di oltre 1,5 miliardi di persone obese (l’obesità riguarda in Italia il 31,6% di bambini in età scolare) o in sovrappeso a fronte di 868 milioni di persone denutrite. E per la prima volta, la cattiva alimentazione ha causato direttamente o indirettamente un numero di decessi superiore alla denutrizione. Parola del Barilla Center for Food & Nutrition che in occasione della “Giornata Mondiale della Salute” del 7 aprile dedicata al “big killer della malnutrizione, l’ipertensione, metterà a disposizione gratuitamente il primo Bcfn Magazine”.
L’obiettivo? Divulgare a tutta la società civile cultura e consapevolezza sulle sfide globali del cibo attraverso il contributo di autorevoli esponenti italiani e internazionali del mondo scientifico e delle istituzioni. Tra le firme del primo numero, Guido Barilla, Paola Testori Coggi, Ellen Gustafson, Gabriele Riccardi, Massimo Montanari, Camillo Ricordi e Danielle Nieremberg. “Negli ultimi vent’anni - spiega Gabrile Riccardi, professore di malattie del metabolismo alla Federico II di Napoli e membro dell’Advisory Board del Barilla Center - abbiamo assistito a un importante incremento di patologie croniche, causa di disabilità e di morte, che sono in larga parte dovute a stili di vita poco salutari e a cattive abitudini alimentari. Una risposta efficace per contrastare queste patologie viene dall’alimentazione mediterranea, poiché garantisce protezione contro le più diffuse malattie croniche: meno malattie cardiovascolari (-10%) e, in particolare, ridotto rischio d’infarto (-72%) e trombosi, meno casi di diabete e migliore difesa contro il cancro”.
I dati parlano, sottolinea il Bcfn, di oltre 1,5 miliardi di persone obese o in sovrappeso a fronte di 868 milioni di persone denutrite. Alle cattive abitudini alimentari sono associati 2 decessi su 3 nel mondo, che avvengono a causa di malattie cardiovascolari, diabete e tumori. E per la prima volta, la cattiva alimentazione ha causato direttamente o indirettamente un numero di decessi superiore alla denutrizione. L’ipertensione, in particolare, secondo i numeri del Global Burden of Disease (elaborati per l’Organizzazione mondiale della Sanità) dal 1990 al 2010 ha registrato una crescita del 27%, portandosi al primo posto tra i fattori di rischio mortalità.
Si stima che, nel mondo, un adulto su tre soffra di pressione alta, alla quale si deve la metà dei decessi per ictus e patologie cardiache. Per affrontare l’emergenza obesità e aiutare a diffondere una maggiore educazione alimentare, il Bcfn ha anche individuato una serie di raccomandazioni ai governi e alle istituzioni come, per esempio, insegnare abitudini sane fin dall’infanzia, incentivando l’attività sportiva e l’educazione alimentare nelle scuole; programmare un impegno congiunto di governi e settore privato; diffondere la cultura della prevenzione, parlando con le persone del problema obesità. Un problema, quello della scarsa educazione alimentare, che diventa drammatico proprio nell’infanzia: l’obesità riguarda in Italia il 31,6% di bambini in età scolare; in Usa il 35,5%; in Gran Bretagna il 24,7%. E da adulti, la spesa sanitaria sostenuta da una persona obesa è, secondo le stime, il 20% più alta di quella di un soggetto normopeso. Solo in Italia il costo stimato dell’obesità tra il 2010 e il 2050 sarà di 347,5 miliardi.
Info: www.barillacfn.com

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