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LA MORSA DELLA CRISI NON MOLLA E SI ABBATTE SUL “FUORI CASA”: -1,9% LE VISITE IN RISTORAZIONE A INIZIO 2012. CAMBIANO DOVE E COME: IMPENNATA TAKE AWAY, IL 22% CONSUMA FUORI DAL LOCALE (+5,6%), IN ASCESA CONSUMI ALL’APERTO E A CASA. COSÌ NPD GROUP

La morsa della crisi non molla e si abbatte anche sul “fuori casa”: in calo le visite nella ristorazione (-1,9%) a inizio 2012. Gli italiani mutano le abitudini del consumo fuori casa e cambiano il dove e come con la sempre più popolare pratica del take away, e il 22% che, infatti, consuma fuori dal locale con una crescita del 5,6% sul 2011. In ascesa sono anche i consumi all’aperto e a casa. Parola del panel Crest, che si occupa di analizzare il comportamento dei consumatori nei consumi alimentari fuori casa per 365 giorni l’anno, di Npd Group, tra i leader mondialo nella fornitura di informazioni sui consumatori e sui retailers (info: www.npd.com).
Mercato in flessione, dunque, in questo inizio 2012 per tutti i segmenti del “fuori casa”, con esclusione delle mense e della distribuzione automatizzata (Vending), in cui si evidenzia un calo delle presenze dell’1,9%, e, sottolinea il panel Crest, ci sono nuovi comportamenti e nuove modalità di intendere il consumo di alimenti e bevande fuori casa. L’inasprimento della situazione economica ha allungato la lista delle rinunce degli italiani, che scelgono con maggiore cura le occasioni di consumo nel fuori casa. Si tratta, di fatto, spiegano dalla Npd Group, del primo vero segnale di riduzione complessiva del mercato che, fino allo scorso dicembre, per esempio, aveva visto crescere il servizio veloce (bar, fast food e affini) a discapito dei locali con servizio al tavolo.
Le abitudini di consumo degli italiani nel “fuori casa”, tuttavia, sono caratterizzate da dinamiche piuttosto complesse, dice il panel: se da una parte la crisi razionalizza e riduce i consumi, dall’altra il mercato vive un momento di maturazione caratterizzato dal frammentarsi delle occasioni di consumo e da una funzione sempre più di servizio del pasto consumato al di fuori delle mura domestiche. Questo processo è facilitato anche da cambiamenti che riguardano l’offerta: nascono nuovi luoghi di acquisto, che favoriscono a loro volta nuovi luoghi e nuove modalità di consumo. Basti pensare al sempre più frastagliato mondo del servizio veloce, con take away dalle caratteristiche sempre più regionali, o luoghi alternativi, come le librerie in cui è possibile consumare cibo e bevande. Oggi nel “fuori casa” assistiamo a mutamenti che riguardano la scelta del luogo, l’occasione e le modalità di consumo. Per esempio, una crescita del consumo Off Premise, ovvero il consumo al di fuori dal luogo di acquisto. L’incremento di questo modo di fruire del “fuori casa” è una novità rispetto ai periodi precedenti, dove il trend tra il consumo dentro e fuori dal locale era stabile. I dati, sottolinea il panel, evidenziano una sempre maggiore tendenza al consumo di cibo e bevande anche all’aperto, si tratta di un deciso cambiamento nei comportamenti degli italiani, che hanno da sempre la tendenza a consumare pasti o bevande in casa o in luoghi chiusi.
Osservando i dati dell’ultimo anno, aggiornati a marzo 2012, nella ristorazione commerciale le occasioni di consumo fuori dal locale sono cresciute del 5,6% rispetto all’anno precedente, si tratta complessivamente del 22% delle occasioni del “fuori casa”. Tra coloro i quali non consumano nel luogo di acquisto, crescono i consumi all’aperto e a casa. Queste due tendenze, il consumo a casa e il consumo all’aperto, fotografano la realtà attuale del consumo “fuori casa”, che si posiziona a metà tra razionalizzazione ed evoluzione degli stili di consumo. L’aumento del consumo in casa, proseguono dalla Npd Group, lascia intendere come il preparato fuori casa possa sempre più sostituire, in una tipica funzione di servizio, il cibo preparato in casa, ma è anche vero che in questo trend è leggibile la ricerca di una restituzione dell’esperienza del fuori casa a condizioni economiche più vantaggiose. Inoltre, conclude il panel, il trend positivo del consumo all’aperto non è solo conseguenza di un cambiamento dell’offerta e delle modalità di consumo, ma denota un modificarsi e una diminuzione di quei tratti intimistici associati al cibarsi e tipici dell’italiano, che hanno sempre costituito un motivo di inibizione rispetto al consumo di cibo in pubblico e in particolare all’aperto, come in parchi pubblici o per strada. I dati evidenziano un netto aumento del consumo in casa di cibi o bevande acquistate fuori: una funzione di servizio da una parte, ma anche il voler mantenere l’esperienza del “fuori casa” a condizioni economiche più vantaggiose.

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